A lezione vestiti da Harry Potter: Halloween e la mentalità americana

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La settimana passata ho potuto assistere al famoso Halloween all’americana. Praticamente ad Halloween gli americani impazziscono, ho visto ragazzi venire a lezione travestiti da Harry Potter, piuttosto che joker o Charlie Brown. Negozi pieni di zucche e case con minimo due zucche intagliate a testa. La cosa divertente è che io Halloween me lo aspettavo un po’ diverso. Nell’Halloween ‘italiano’ la gente si veste da streghe, vampiri, Dracula ecc, qui invece sembra di essere a Carnevale. Ho scoperto infatti che negli States non festeggiano il Carnevale, quindi Halloween è effettivamente il loro carnevale. C’è gente che pianifica con i propri amici come vestirsi due mesi prima, insomma, Halloween è una cosa seria.

Ho fatto un po’ di ricerche per capire da dove arrivasse questa festa, alcuni dicono che abbia origine nella festa romana dedicata a Pomona, dea dei frutti e dei semi. Halloween comunque è più tipicamente collegato alla festa celtica di Samhain, che significa “fine dell’estate”. Il nome Halloween deriverebbe invece da All-Hallows-Even, cioè la notte prima di Ognissanti, che ai giorni nostri viene chiamata All Saints.

La notte di Ognissanti ho deciso di passarla alla parata di West Hollywood a Los Angeles. Anche se le feste, di vario genere, erano andate in scena per tutto il fine settimana precedente, in pratica Halloween è durato dal giovedì a lunedì sera. A differenza dell’Italia, negli Stati Uniti il primo di novembre si va regolarmente a scuola o a lavoro. Tornando alla parata, la cosa che mi ha sorpreso è come chiunque era travestito, bambini, giovani, vecchi, molte ragazze giravano con vestiti, che neanche in Italia lungo molte statali vedi. L’impressione che ho avuto, che ha confermato un mio pensiero precedente è che negli States la gente è disposta a mettersi molto più in gioco rispetto all’Italia, dove molte persone si vergognano a travestirsi, o comunque lo fanno in maniera molto sobria e semplice.

La caratteristica del mettersi molto più in gioco rispetto a noi italici, la avevo già notata, ragazzi che ballano in mezzo alle vie del campus o che vendono hot – dog o pancake urlando a squarciagola  per raccogliere fondi per la loro fraternity o sorority. Cose impensabili in Italia dove la gente spesso ha paura a mettersi in mostra ed ad uscire un po’ dal ‘gregge’. Credo che anche queste caratteristiche siano collegate al fatto che gli Stati Uniti al momento continuano ad essere il paese più innovatore al mondo, la gente rischia, si mette in gioco , non ha paura di illustrare le proprie idee e di rincorrere i propri sogni, in questo sono aiutati spesso da amici e genitori. Mi raccontavano che qui, se un bambino da piccolo vuole ad esempio giocare a tennis spesso i genitori lo incoraggiano, lo portano dal miglior maestro che possano trovare con la speranza che il proprio figlio possa diventare un giorno un campione di tennis. Una mentalità positiva e vincente, che sarebbe bene riuscire ad importare anche da noi.

Davide Dal Cengio

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