Ban Luis, Gheddafi e il processo sull'energia

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In Germania per fare satira sulla Merkel hanno creato una trasmissione su Ard con degli spassosissimi pupazzi che scimmiottano i principali politici tedeschi, in Alto Adige ci sono i video di Ban Luis che prendono di mira il Landeshauptmann Luis Durnwalder. Da anni li pubblica il sito stol.it. In questi giorni, alla vigilia del “processo dei processi” sull’energia che coinvolge direttamente la Provincia autonoma, è particolarmente illuminante andarne a ripescare uno.

Gheddafi chiede aiuto a Durni (clicca per guardare il video)

Si tratta di un video del settembre 2011, in cui Gheddafi va da Durnwalder a chiedergli protezione. Da sotto la scrivania del presidente spuntano l’ex assessore Michl Laimer e l’ex direttore dell’azienda energetica Maximilian Rainer, che il 15 ottobre compariranno davanti al Tribunale di Bolzano per rispondere di tentata concussione, turbativa d’asta, abuso d’ufficio, falso ideologico e rivelazione del segreto d’ufficio (solo gli ultimi quattro vedono accusato in concorso anche l’ex direttore dell’azienda energetica della Provincia Sel). Il video sembra aver tradotto in immagini il sospetto di molti, peraltro in un’epoca in cui l’inchiesta penale era appena agli albori. Quello, cioè, che il presidente della giunta provinciale non potesse non sapere. Il Landeshauptmann dal canto suo ha tuttavia sempre negato di essere a conoscenza dei presunti “maneggi” che hanno portato al rinvio a giudizio dell’ex assessore provinciale e dell’ex braccio destro dello stesso Durnwalder nel campo dell’energia, Rainer.

La centrale idroelettrica di Cardano

La Procura ritiene che durante la gara per l’aggiudicazione di dodici concessioni idroelettriche (per avere un’idea dei numeri in gioco, ciascuna centrale è in grado di produrre ogni anno energia elettrica per decine di milioni di euro) la Provincia – nella persona dell’assessore provinciale – abbia sistematicamente favorito la propria società controllata Sel, consentendole addirittura di visionare i progetti degli altri concorrenti e di apportare modifiche migliorative ai propri piani in data successiva alla scadenza del bando. Se la tesi della Procura fosse confermata salterebbero tutte le concessioni perché i concorrenti esclusi potrebbero fare ricorso. Le centrali tornerebbero prima al concessionario uscente cioè l’Enel e saranno poi messe sul mercato tramite gara europea. A muovere l’ex assessore Laimer  sarebbe stata la volontà di garantire alla società provinciale l’ottenimento delle concessioni. “Per il bene della Heimat, e mai per vantaggio personale” ha avuto modo di affermare. Prima della scadenza dei contratti dell’Enel quest’ultima, per avere la garanzia di restare della partita, fece un accordo con la controllata della Provincia: questa si aggiudicava le concessioni, l’Enel metteva i “muri” delle centrali. Il contratto che creò SE Hydropower (60% Sel, 40% Enel) prevedeva però una penale elevatissima nel caso Sel non avesse vinto le gare. La sua controllante Provincia avrebbe quindi fatto letteralmente carte false per far assegnare alla Sel le concessioni. La parola ora spetta ai giudici.

Silvia Fabbi

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