Bruxelles, cronache dall'Eurocapitale

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2013-08-15_16_19_16Inizia con questo post – che segue il dibattito infuocato acceso su Facebook dal post Apologia di Bruxelles – il blog Bruxelles, cronache dall’Eurocapitale di Sergio Pargoletti

Ma allora Bruxelles è bella o brutta? Tra apocalittici e integrati, al momento scelgo la terza via: la capitale europea non sarà New York o Roma ma è senza dubbio una città vivibile e decisamente interessante. Prendete i trasporti pubblici. Efficienti, almeno per la mia personale esperienza. Ci si sposta da una parte all’altra con estrema facilità. Chi ha conosciuto l’inferno del traffico italiano, mi riferisco ai centri urbani di medie e grandi dimensioni, non può che tirare un sospiro di sollievo se abita a Ixelles e deve andare a Schaerbeek o viceversa, o se da Woluwe-Saint-Lambert deve recarsi in centro. Tutto perfetto? Certo che no, ma il sistema funziona e gli abbonamenti sono convenienti; alzi la mano, per esempio, chi non sarebbe disposto a pagare meno di 1 euro e ottanta centesimi al giorno per usare indistintamente bus, metro e tram.

I bruxellesi, altro aspetto che mi ha impressionato favorevolmente, sono tolleranti e ben2013-08-15_16_11_14 disposti all’accoglienza. E non c’è bisogno di aver setacciato il mondo palmo a palmo per ammettere che in giro, anche nel vecchio continente, c’è di peggio, molto peggio. Proprio l’altro ieri un impiegato comunale mi ha confermato che continuano ad arrivare in massa da Francia e Italia, Irlanda e Spagna. E non è un caso.

Ma dovendo prendere parte al dibattito infuocato, si fa per dire, che circola sui social network con i partecipanti che si dividono tra guelfi e ghibellini, cioè tra sostenitori della capitale belga da una parte e i suoi denigratori dall’altra, di sicuro sul tavolo della discussione porterei un altro argomento, solo all’apparenza secondario. Bruxelles è piena di parchi e spazi verdi. Chi ha vissuto nel nord Europa farà spallucce e troverà banale questa osservazione. E forse lo è. O forse no.

2013-08-15_10_03_46Ho girato in lungo ed in largo la città e ogni tre isolati ci si imbatte in una piazza con mini parco giochi attrezzato per bambini e quando va bene trovi anche campi di calcetto, di basket e di bocce. Le aiuole sono curate e l’ambiente è piacevole. A Parc Leopold, a Square Ambiorix, a Bois de la Cambre come a Parc Josaphat, al Cinquantenario come a Parc de Woluwe, solo per citare alcuni dei luoghi più conosciuti e frequentati, le persone si incontrano, leggono il giornale, scambiano due chiacchiere, fanno sport. Fesserie o sociologia da strapazzo? Non direi, si tratta di abitudine alla socializzazione, di una capacità di godere pienamente – e gratuitamente – degli spazi comuni. Perché ciò che è pubblico è di tutti, quindi di ciascuno. E che dire poi della possibilità di utilizzare la bici per gli spostamenti grazie all’ottimo servizio di noleggio? Bruxelles è insomma una città a misura d’uomo.

Per concludere e per completezza di informazione, diciamo così, aggiungo che ho consapevolmente evitato di tirare in ballo il fermento culturale che si respira in città e le cose buone che si possono gustare, tipo birra e cioccolato.

Perché su questo versante, mi par di capire, siamo tutti d’accordo.

Sergio Pargoletti

pargolet@tin.it

Sullo stesso argomento leggi anche: :Apologia di BruxellesPic-nic di protesta a Bruxelles

e Il paese degli Azzeccagarbugli

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sergio(1)Sergio Pargoletti. Dopo la laurea con lode in Scienze politiche e il servizio civile come obiettore di coscienza a Bologna, ho iniziato la mia avventura da giornalista.  Ho scritto e lavorato per agenzie di stampa, quotidiani, settimanali  e  giornali on line. Mi sono a lungo occupato di comunicazione istituzionale . Ho anche insegnato in un centro di preparazione universitaria. Ho scritto due libri: il primo è “Terra Ionica”, il secondo è “Berlino tutta la vita”, un romanzo ambientato nella capitale tedesca.Da europeista convinto ho scelto di venire a vivere a Bruxelles. Per il momento. pargolet@tin.it

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