Camargue, pellegrinaggio gitano di Dylan

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

festa gitanaC’è anche qualche origine italiana nel tradizionale pellegrinaggio dei gitani che ogni anno, il 24 e 25 maggio, porta migliaia di persone a Saintes Maries de la Mer, piccolo paesino della Camargue, in Francia. In realtà i giorni in cui non solo i gitani, ma rom, zingari e zigani invadono il villaggio sono di più, una decina. E dicevamo delle origini italiane: fu il marchese Folco Baroncelli, francese di Aix-en-Provence il cui nome svela l’italianità, ad ottenere nel 1935 che i gitani potessero festeggiare e venerare così la statua di santa Sara la Nera, custodita nella chiesa cittadina. Era sì un marchese, Baroncelli, ma faceva dell’aiuto alle minoranze una preziosa occupazione. Lo ringrazierà anche Bob Dylan, che scrisse la sua “One more cup of Coffee” prendendo spunto proprio dal pellegrinaggio cui aveva partecipato in prima persona.
Ma chi era Sara la Nera, o l’Egiziana? Perché è diventata la patrona dei gitani? La leggenda vuole che fosse la serva delle due sante “vere” (sì, Sara la Nera non è ufficialmente riconosciuta dalla chiesa cattolica) che si venerano nel paesino camargo: Maria Salomé e Maria José. C’è chi dice che in realtà fosse una convertita. Non lo sapremo mai, ma ci piace pensarla così: una serva che per una decina di giorni si prende il centro della scena.
Il 24 maggio si svolge la processione delle reliquie, mentre poi c’è un atto fortemente carico di simbolismo: la statua di Sara la Nera è portata dai gitani, in due ali di folla, fino al mare, in attesa delle due sante: il giorno dopo il giro d’onore toccherà a loro. Uno spettacolo da non perdere: a maggio prendetevi due giorni, ne vale la pena.

Ti potrebbe interessare

Visti da là
La vignetta spezzata
La massoneria a Cuba
La abbattono
La mia Africa