Come sopravvivere al traffico di Beirut: la mia top ten

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“La piaga che diffama la Sicilia e Palermo in particolare agli occhi del mondo è…il traffico!” diceva lo “zio” di Johnny Stecchino in una delle migliori scene del film di Benigni.
E lo stesso si può dire di Beirut: attentati, black out di corrente, instabilità politica, scontri armati, la presenza di soldati ovunque, sono più o meno sopportati e tollerati da tutti, libanesi e stranieri. Ma nessuno si abitua al traffico: è uno dei principali argomenti di conversazione, e la scusa principale con la quale si giustificano ritardi, mancati appuntamenti, stanchezza e stress.
Rientrato in Libano dalle vacanze di Natale, mi sono ritrovato fin dal primo giorno in uno dei soliti ingorghi che sembrano senza soluzione, ed allora ho iniziato a pensare che, essendo ormai arrivato quasi alla fine del mio soggiorno, non potevo esimermi dal mettere per iscritto le mie riflessioni maturate nelle molte ore che ho passato chiuso in macchina.
La teoria che ho elaborato è che dal modo in cui guida si possono capire molte cose su un popolo. Del popolo libanese sicuramente si può capire che non ama particolarmente rispettare le regole, che l’individualismo e l’indifferenza verso necessità o diritti degli altri sono abbastanza diffusi, e che l’apparenza ha un peso importante nella vita delle persone. Non ne esce un quadro molto lusinghiero, ed è sicuramente parziale, però è innegabile che queste caratteristiche siano parte delle società e della vita quotidiana libanese. Dopo quasi due anni in cui mi sono districato a fatica nel traffico di Beirut e di tutto il paese, mi sento di poter stilare una personale top ten di quanto visto e vissuto nelle strade.

10. “Mi butto o non mi butto? Mi butto!”
La prima regola da imparare per poter guidare in Libano è che nessuno rispetta precedenze o stop. Semplicemente quando si arriva ad un incrocio ci si butta nel traffico, solitamente non molto scorrevole. Per evitare incidenti è bene tenere a mente che, quando si vede un’auto avvicinarsi da una strada laterale, la cosa migliore da fare è frenare, perché è molto probabile che questa non si fermi.

9. L’uso delle rotonde. Le rotonde sono abbastanza diffuse a Beirut, ed alcune delle più grandi rappresentano dei veri punti di riferimento, in una città in cui i nomi delle strade non esistono o non sono conosciuti. Ma se in Europa la loro funzione è quella di snellire il traffico, altrettanto non si può dire qui. Le rotonde funzionano così: tutti ci si buttano dentro senza nessuna regola, ed il più prepotente o furbo passa per primo.


8. I semafori I semafori di Beirut non sono probabilmente più di 20-30 in tutta la città. Per la maggior parte del tempo sono spenti, dati i continui black out di corrente. Per questo motivo gli automobilisti non sono particolarmente abituati ad usarli e spesso non ne riconoscono l’autorità.

7. Valet parking Ogni ristorante o bar che si rispetti ha un suo servizio di “valet parking”, che consiste in un gruppo di posteggiatori che si preoccupano di trovare un parcheggio ai clienti. Alla sera si creano quindi, nelle zone di concentrazione dei locali, enormi code. Giovani vestiti alla moda escono da luccicanti SUV o berline sportive ferme in mezzo alla strada, lasciando le chiavi ai posteggiatori, con un atteggiamento da star di Hollywood che si aspettano i fotografi ed i fan davanti al ristorante, naturalmente noncuranti di chi ci possa essere dietro di loro in attesa.

6. I taxi e l’uso del clacsonIl taxi – service, che trasporta più passeggeri secondo un percorso prestabilito, è il mezzo pubblico più diffuso nelle strade di Beirut. Spesso si tratta di vecchie e sgangherate Mercedes degli anni Sessanta non molto rassicuranti. Per attirare i clienti, i tassisti suonano continuamente il clacson, creando un rumore di sottofondo che risuona in tutta la città. Non esistono fermate prestabilite, i taxi si arrestano dappertutto, anche ogni 10 metri, e ripartono senza preavviso dopo aver contrattato rapidamente prezzo e tragitto con i clienti.

5. La strada verso Nord La strada che da Beirut si dirige a Nord è uno dei peggiori incubi degli automobilisti libanesi. Si tratta di un’autostrada che in alcuni tratti ha anche 5-6 corsie per ogni senso di marcia, perennemente intasata. Spesso la coda inizia a Beirut e si interrompe solo dopo una ventina di chilometri. Per raggiungere Byblos, a soli 30 km a nord, ci si possono impiegare, nelle ore di punta, anche due ore.
4. Parcheggiare I libanesi hanno un concetto molto marcato delle divisioni territoriali, che rispecchiano differenze e divisioni religiose e politiche. Anche nella gestione dei parcheggi ci si accorge di questo. Proprietari e commessi dei negozi considerano che il tratto di strada davanti alla loro vetrina, anche se separato da ampi marciapiedi, sia di uso esclusivo dei loro clienti. Se qualcuno che deve andare da qualche altra parte si azzarda a parcheggiare di fronte al loro negozio, escono minacciosi in strada e convincono l’automobilista a spostarsi, con le buone o le cattive. Mi è capitato spesso di litigare per questo motivo.
3. Le corse in moto Lo sport preferito della domenica pomeriggio, per i ragazzi che vivono vicino all’autostrada verso il Sud del paese, è cimentarsi in corse sfrenate ed acrobazie in moto. Rigorosamente senza casco, ho visto spesso ragazzi percorrere chilometri di strada impennati sulla ruota posteriore, facendo slalom tra le macchine o correndo all’impazzata. Il tutto naturalmente con motori truccati rumorosissimi, per non passare inosservati.
2. L’autostrada contromano Mi è capitato più volte di assistere ad una scena che in un altro paese aprirebbe sicuramente i telegiornali della sera, mentre qui passa abbastanza inosservata. Nel caso di lavori sull’autostrada, che creano naturalmente rallentamenti, gli automobilisti scelgono la via più semplice per evitare di perdere tempo: prendono l’autostrada contromano. Addirittura ho visto formarsi code per poter entrare in senso opposto, il che dimostra come l’idea fosse diventata talmente comune da diventare anch’essa fonte di ingorghi. Un accorgimento però, devo ammettere, viene preso da tutti: gli automobilisti che viaggiano contromano tengono i fari abbaglianti accesi, in modo da essere ben visibili…


1. Lavori in corso Questa mia esperienza credo che sia degna di guadagnarsi il primo posto nella top ten. Un giorno ho lasciato la macchina in un parcheggio a pagamento per andare ad una riunione nel palazzo di fronte. All’uscita, dopo circa un’ora, mi sono trovato davanti a questa scena: davanti all’entrata del parcheggio era stato scavato un fossato profondo e lungo, e quindi tutte le auto parcheggiate erano bloccate. Dopo i primi attimi di incredulità, mi sono avvicinato al custode del parcheggio per chiedergli di fare qualcosa. Con molta calma, ha chiamato un paio di poliziotti di guardia lì vicino ed insieme a loro ha spostato alcuni pesantissimi blocchi di cemento liberando uno stretto passaggio per farmi uscire.
Questo episodio riassume lo spirito con cui i libanesi affrontano la vita quotidiana: bravissimi a complicare cose che sarebbero semplici, ma pronti anche ad usare la loro immaginazione e le loro migliori energie per risolvere i problemi creati.

Francesco Pulejo

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