Con la Grecia ai miei piedi

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Ebbene sì, sembrava impossibile, ma qualcosa per la Grecia lo possiamo fare anche noi. Capita spesso, a chi è abituato a stare inesorabilmente dalla parte dei perdenti, di ritrovarsi a leggere le notizie sulla Grecia e a rammaricarsi di quale complicata situazione si ritrovi vivere questo sfortunato paese. Sembra non ci sia niente da fare, per noi qui, a parte essere spettatori di quello che temiamo essere anche il nostro futuro.

Ma forse non è proprio esattamente così. E il bello è che la risposta ce l’ho avuta sotto gli occhi dodici anni, e non me ne sono mai accorta. Sono dodici anni infatti che giro con un paio di sandali fatti in Grecia. Stracomodi, un po’  “alternativi”, stile che ho abbandonato da un po’ ma che, finchè inganno l’età, ogni tanto riesco ancora a permettermi. Mi hanno portato a San Francisco e Los Angeles, in  America latina, in Africa, in Spagna…. e poi in Sicilia e in Puglia.

Non mi hanno abbandonata nelle mie serate rock’n’roll estive, quando ci dovevano essere facevano sempre la loro bella figura. Sono passati i tacchi, i sandali-gioiello, le hawaianas e le (orribili) croc.  E sono anche passati gli anni. Parecchi anni. Ma loro non mi hanno mai lasciata, e io non li ho abbandonati. Talmente “miei” da non chiedermi nemmeno più se valeva la pena cambiarli. Ma dopo 12 anni anche il più grande amore ha un cedimento e quello che ha segnato la rottura tra me e i miei sandali greci è stato il primo intervento con l’attak. Insomma si sono rotti. E allora ho pensato che era il caso di comprarne un altro paio. E ho pensato anche che c’è un solo negozio in tutta Padova che vende quei sandali. Non mi ricordavo il suo nome, so dov’è, ma volevo chiamare per sapere se era aperto la settimana di Ferragosto.

Non ricordando il nome ho ricordato che l’ho sempre chiamato così: “Il negozietto dei sandali greci”. Solo quando mi sono serviti ancora ho pensato che anche io avevo bisogno della Grecia: quei sandali li hanno fatti loro e per la prima volta il mio bisogno di scarpe non era un capriccio, ma una NECESSITA’: scarpe rotte… che emozione nuova. Allora sono tornata nel negozietto e l’ho trovato aperto. E siccome volevo assicurami che quel “fatto in Grecia” non fosse una patacca allora ho chiesto a negoziante di dimostrarmi la provenienza.

Mi ha guardato come un’aliena ma mi ha accontentata: il “collo” era appena arrivato ed effettivamente proveniva dalla Grecia. Dodici anni fa costavano 50 mila lire e adesso, con gli sconti, sono arrivati a 19. 19 euro per altri 12 anni. Ne ho prese due paia, uno chiaro e uno scuro. E’ un contributo minimo, e quindi lo volevo dire anche a voi, ragazzi: compratevi un paio sandali greci! neanche 20 euro che durano 12 anni, ma cos’altro può durare così tanto tempo? voglio dire, quando vi ricapita? sono belli e comodi, cosa volete di più? questo è quello che possiamo fare per la Grecia. Potremmo fare qualcosa di più, ma questo è già qualcosa. E poi c’è la fetta, lo yogurt, ci sono le olive nere. Ma intanto mettiamoci la Grecia ai piedi. Un piccolo passo, uno alla volta.

Roberta Polese

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