Contro Kusturica

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Emir Kusturica, foto di Silvia Aquilesi

È forse il bosniaco più famoso al mondo. Ma non dategli del bosniaco, perché ha scelto di naturalizzarsi serbo. Si chiama Emir Kusturica. Ma non chiamatelo Emir: ha deciso di battezzarsi con rito ortodosso e chiamarsi Nemanja, tradizionale nome serbo ortodosso.
Pare che ora Kusturica, di mestiere regista, ne abbia combinata un’altra delle sue. Non contento di suonare nella rock band No smoking Orkestra, sfruttando la sua fama da cineasta più che le sue doti musicali e cantando canzoni dedicate a Radovan Karadzic, uno dei principali responsabili dei crimini commessi durante la guerra in Bosnia, l’allegro cineasta sta pure riuscendo a distruggere pure il patrimonio artistico di quello che fu il suo ex Paese.

L’inneffabile Emir infatti, che ama indossare magliette di Che Guevara mentre inneggia all’estremismo nazionalista, si è messo in testa di girare un film tratto dal romanzo Il ponte sulla Drina del premio Nobel Ivo Andric.

Per costruire il set, l’impeccabile musicista ha deciso che valeva la pena prendere a prestito alcune pietre antiche di Trebinje (cittadina del sud della Bosnia Erzegovina) distruggendo così un’antica fortezza austriaca. E così, mentre Kusturica, in accordo col Presidente della Republika Srpska Milorad Dodik, portava i reperti sul set di Visegrad, serbi, croati e bosgnacchi si sono uniti contro questo sopruso senza alcuna distinzione etnica.

E dunque, mentre il nazionalismo di Kusturica cerca di dividere le popolazioni, le sue azioni poco ponderate uniscono le etnie.

Ah, c’è poi il film. Chissà come sarà. Chissà se nella sua follia Kusturica saprà trovare un filo di genialità, o, come dice Slavoj Zizek,continuerà a girare film sfruttando in maniera semplicista i luoghi comuni dei Balcani.

Andrea Ragona

Autore di Yugoland

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