Italy SimSmoke

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

In Italia, come riportato dal Ministero della Salute, si stima siano attribuibili al fumo di tabacco dalle 70mila alle 83mila morti l’anno, con oltre il 25% di questi decessi compreso tra i 35 e i 65 anni di età. Tuttavia, il numero dei fumatori potrebbe essere ridotto del 34% entro il 2040. Complessivamente, se verranno rispettate e adeguate le politiche di controllo sulla prevenzione, nel nostro paese i decessi causati dalle malattie legate al fumo potrebbero ridursi di 300mila unità nei prossimi trent’anni.

cigarette

Photo by HAMED MASOUMI on Flickr – Creative Commons Attribution

Come riportato nello studio Italy SimSmoke del 2012, che ha visto la collaborazione dell‘Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e dell‘Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, il problema del fumo e la conseguente mortalità potrebbero essere contrastati più efficacemente attraverso maggiori interventi governativi e campagne di dissuasione più efficaci, di cui il nostro Paese negli anni si è dotato. Anche se non del tutto, visto che la strada per adeguarsi alle linee guida proposte dall‘Organizzazione mondiale della sanità appare ancora lunga, nonostante i dati diffusi dall‘Istituto superiore della sanità riportino una diminuzione del numero di fumatori italiani di quasi due punti percentuali nell‘ultimo anno (dal 22,7% al 20,8%).

Secondo lo studio, per il quale i ricercatori hanno utilizzato il modello SimSmoke, una simulazione già testata con successo in altri paesi, i passi da compiere per contenere l’impatto sulla mortalità potrebbero essere: l’aumento dei prezzi del tabacco, la realizzazione di un maggior numero di campagne antifumo, la cessazione completa del programma di trattamento, avvertenze sanitarie forti, regolamenti più severi e il divieto di fare pubblicità. Un altro fattore importante è costituito dalle leggi che limitano l’accesso al fumo dei più giovani.

Con un simile approccio, il numero dei fumatori potrebbe essere ridotto del 12% subito dopo aver messo in atto le prime politiche di controllo e dissuasione. Questa percentuale potrebbe aumentare sino al 30% nei prossimi venti anni sino a raggiungere una riduzione del 34% nel 2040. Il numero totale di morti per fumo dovrebbe ridursi da 2,6 a 2,3 milioni. Circa 300mila vite, almeno 10mila ogni anno, potrebbero quindi essere risparmiate, ovvero 200mila uomini e 100mila donne.

La simulazione inizia nel 1999, scelto come anno di riferimento sulla base della grande disponibilità di dati presenti in uno studio redatto dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT). La popolazione è stata suddivisa tra fumatori, persone che non hanno mai fumato ed ex fumatori, a loro volta raggruppati per età e sesso. Il numero di abitanti è stato fatto evolvere nel corso del tempo, tenendo conto dei tassi di natalità e mortalità riferiti all’anno 2005. Le proiezioni negli anni successivi mantengono la popolazione pressoché costante, coerentemente con i dati e le previsioni fornite dall’ISTAT. I dati iniziali sui fumatori riguardano invece il periodo 1999-2009 e sono stati tratti da uno studio realizzato a partire dal 1993 dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’ISTAT. Queste indagini hanno riguardato circa 24mila famiglie distribuite in oltre 800 comuni.

I ricercatori consigliano di interpretare le proiezioni dello studio in modo prudente. Il modello dipende, infatti, dall’affidabilità dei dati, dalle stime sui parametri e dalle ipotesi utilizzate. In ogni caso, da qui al 2040, sarà forse meglio iniziare a spegnere le sigarette.

Antonio Pilello – Riccardo Di Grigoli

Ti potrebbe interessare