Eresie e scismi nella Chiesa (e nel Pd)

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LA CHIESA CATTOLICA: ERESIE E SCISMI
Il PD e la Chiesa cattolica hanno una fondamentale strategia in comune. Cercano di evitare gli scismi tollerando quanto più possibile le eresie. Scontentano la maggior parte dei fedeli e degli iscritti, ma conservano l’unità non negando loro cittadinanza. Tanto per entrare subito in argomento, Vendola si dichiara cattolico e non fa mistero dei suoi orientamenti e pratiche omosessuali che la Chiesa definisce peccaminosi. Casini è divorziato e risposato con prole, ma si dichiara cattolico a sua volta, nonostante la Chiesa non ammetta questo comportamento. In altri tempi sarebbero stati scomunicati. I preti sposati abbondano e, con la collaborazione di ex-colleghi che tuttora celebrano i sacramenti, contribuiscono a non fare crollare il tasso di natalità. La Chiesa chiude un occhio e anche due. Don Milani predicava che l’obbedienza non è una virtù: gran parte dei cattolici lo apprezza, ma la Chiesa mantiene una struttura gerarchica rigidissima (in linea di principio). Né prevede alcuna forma di partecipazione alle decisioni dei sacerdoti – tantomeno dei fedeli – nella scelta di parroci e vescovi e cardinali. Solo il Papa è eletto, ma da cardinali da lui nominati. Naturalmente le donne nella Chiesa hanno una posizione secondaria, simile a quella di musulmani integralisti e difficilmente comprensibile nella società moderna. Andando più sul sociale, molti cattolici imprecano contro una Chiesa che fa esibizione di ricchezza e potere. Dall’altra parte ci sono i cattolici integralisti che rifiutano il Concilio Vaticano Secondo e via proseguendo con le infinite eresie di cui s’è perso il conto perché, con la tolleranza, sono ridotte a episodi irrilevanti. Per cinquant’anni a Milano e nella Chiesa sono convissute personalità così distanti tra loro come Carlo Maria Martini e Don Giussani che ora riposano in pace.

 

A fronte di tutte queste eresie ed evidenti contraddizioni, sconcerta notare come scomuniche e scismi siano episodi rari, almeno dalla Controriforma in poi. Eppure, se non si condividono le posizioni della Chiesa, l’offerta di scelte religiose alternative non mancherebbe. Non c’è nemmeno bisogno di cambiamenti radicali quali convertirsi in buddisti o musulmani o ebrei o mormoni. Si potrebbe essere altrettanto Cristiani dei Cattolici aderendo alle numerose denominazioni evangeliche che condividono la maggior parte dei valori, delle credenze, delle tradizioni e persino dei riti.

PERCHE’ LA CHIESA CAMBIA (SE CAMBIA) LENTAMENTE?
E ora la prima domanda: Perché la Chiesa è così lenta a riformarsi, nonostante la grande varietà di posizioni e di eresie al suo interno? La risposta è triplice. Anzitutto, questo avviene proprio grazie al fatto che la Chiesa tollera le eresie e consente agli eretici di esprimere la propria opinione: la voce alta dei protestatari giunge attenuata nelle ovattate stanze del potere vaticano. In secondo luogo, così operando assegna un ruolo agli eretici facendolo loro credere di essere i promotori del cambiamento, ma allo stesso tempo ne congela le velleità rivoluzionarie. Infine, fa pesare la convenienza per i fedeli, sia pure eretici, di appartenere a un’organizzazione potente dalla quale possono ottenere vantaggi di carattere materiale tali da fare passare in second’ordine la coerenza con le proprie idee e l’adesione ai principi religiosi.

COME ACCELERARE IL CAMBIAMENTO?
La seconda domanda: se alcuni eretici ritengono che sia davvero necessario accelerare il cambiamento della Chiesa Cattolica nella direzione da loro desiderata, come dovrebbero agire? La risposta in questo caso è una sola, ma va articolata. La protesta dall’interno è tanto più efficace quanto più l’opzione dello scisma – cioè dell’uscita dall’organizzazione – è incombente. Poniamo il caso che un numero crescente di cattolici decida di abbandonare la Chiesa di Roma perché omosessuale, divorziato e risposato, contrario al celibato dei preti, e vorrebbe eleggere il parroco che, se fosse una donna, sarebbe persino meglio. Senza rinnegare la propria fede cristiana, questi cattolici eretici decidono di aderire ad altre comunità religiose i cui predicamenti sono più consoni alle loro convinzioni. Se questo accadesse, la Chiesa Cattolica Romana, per mantenere il proprio seguito, dovrebbe scegliere tra conservazione o riforme. La terza soluzione, pure possibile, sarebbe di continuare come sta facendo ora con risultati nel complesso soddisfacenti sul piano del peso politico ed economico nella società; un po’ meno entusiasmanti nel suscitare passioni e ancor meno nel presentarsi unita quando si tratta di affrontare i vari problemi.

IL RISCHIO DI ENTROPIA
Rischi ce ne sono sia che si scelga di tollerare le eresie, sia di favorire gli scismi. Se rinuncia alla tolleranza e alla possibilità di tenere insieme le varie anime che la compongono, la Chiesa rischia di vedere ridotto il proprio seguito e di non potere più giocare un ruolo egemone tra le altre chiese e confessioni religiose. Se continua sulla strada della tolleranza, dell’ipocrisia, della mancanza d’identità, il rischio è una graduale perdita di consensi e una fine per entropia. Una cosa che peraltro già sta avvenendo, come dimostrano le chiese vuote, le crisi delle vocazioni e il proliferare di religioni alternative. Rimane lo zoccolo duro dei fedeli che è però tenuto insieme più dagli interessi e dall’abitudine che dalle convinzioni e dalla passione. E gli interessi cambiano molto più rapidamente delle convinzioni.

UTILITA’ DEGLI SCISMI
Alcuni scismi, potrebbero essere utili alla Chiesa per ritrovare lo spirito di appartenenza e un’identità oggi sfumata di fronte a fedeli che cercano una guida sicura. Per cambiare rotta, nella vita individuale e delle organizzazioni, occorre coraggio. Se il coraggio uno non se lo può dare, ci sono situazioni e meccanismi sociali che pongono le persone di fronte alla necessità di prendere delle decisioni comunque: lo scisma, l’uscita, è uno di questi. Perché la minaccia di uscita sia efficace nello stimolare il recupero dell’organizzazione, si deve realizzare una condizione da cui non si può prescindere: deve essere disponibile un’alternativa valida.

Ho parlato della Chiesa Cattolica … e ora è diventato pleonastico parlare del PD! Sostituite alla parola Chiesa Cattolica l’acronimo PD e quanto detto rimane confermato.

Corrado  Poli

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