Etiopia, Bolivia, Lituania: il mio Giallo, Rosso e Verdone

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Non so come la pensiate voi ma, vista la mia pessima memoria nonchè distrazione congenita, a me risulta impossibile ricordare troppe informazioni prima di intraprendere un viaggio… Tutto quello che mi resta davvero impresso si basa quasi esclusivamente su riferimenti visivi personali. Le ricerche arrivano in un secondo momento, una volta giunti sul “campo”.

Una lunga premessa per dire che solitamente non faccio caso ai colori delle bandiere prima di partire, e proprio questa mia sbadataggine mi ha portato a sperimentare una coincidenza, o uno scherzo del destino se volete, che vorrei condividere con voi.

Per farlo dovrò raccontarvi anche qualcosa della mia storia cominciata 3 anni fa, ma soprattutto dovrò parlarvi di 3 paesi che ben poco hanno in comune: Etiopia, Bolivia e Lituania.

Mi ripeto, dovendo fare un paragone tra i 3 non saprei proprio da dove cominciare. La storia, la posizione geografica, la cultura di ognuno di loro merita un racconto a parte, eppure c’è qualcosa che li accomuna ed è appunto quel giallo rosso e verde nelle bandiere.

Perchè dunque vi parlo di coincidenza? Perchè trasferirmi in questi paesi non è mai stato il frutto di una scelta premeditata, ma piuttosto una questione di circostanze (in tutti e tre i casi la meta iniziale era  diversa) e quindi, perchè non dirlo, di fortuna.

In Etiopia sono arrivata nel 2009. Ho sempre viaggiato ma era la mia prima volta in Africa. Perdonate la fissa, ma per parlarvi di ciò che ho visto laggiù utilizzerò, di nuovo, uno di quei colori: il verde. Era agosto e la stagione delle pioggie regalava ancora temporali improvvisi di una pioggia fittissima, ed il verde del paesaggio era cosi splendente da risultare quasi accecante. Verde Etiopia, senza altre possibilità di paragoni. Mi è capitato di conoscere altri che come me hanno trascorso un periodo in questa terra africana ed è sorprendente come ognuno riuscisse ogni volta a soffermarsi su  un aspetto diverso. La mia Etiopia è una terra di forti contrasti cromatici, di tonalità intense, quasi aggressive, dove il verde della natura si scontra, quasi fossero in eterna lotta, con la carnagione scura della gente.

Mi sono trasferita in Bolivia nel 2011, portando con me quello spirito romantico tipicamente europeo, di chi approda infine ad una terra profondamente diversa, enormemente complessa ma in qualche modo familiare. Le tappe della mia permanenza riconducono ad un altro colore: il giallo. L’altiplano boliviano rapprensenta di per se una scoperta non comune, perdersi nelle distese sabbiose in quelle terre giallo ocra che si estendono verso un orizzonte indefinito, risulta quasi spaventoso. Una terra che ti cattura con la violenza della sua sterilità, con la potenza di un vento impetuoso che modella le rocce e segna il volto degli uomini e delle donne. L’altezza dell’altiplano boliviano (in parecchi punti superiore ai 3000 m) rende difficile e quindi prezioso ogni respiro. Si ha la sensazione di accorgersi per la prima volta dell’antichità del mondo e l’affanno è quasi il frutto dell’avvenuta scoperta. Distanze immense e strade in bilico su strapiombi si impongono alla vista accanto alla buffa ed “umanizzante” presenza dei lama, che al di la del colore del manto portano sempre addosso un po’ di quel giallo sabbia, come regalo del vento.

Sono arrivata in Lituania da poche settimane (un bel cambiamento, ne converrete con me) e quello che scrivo è ancora il frutto acerbo delle prime impressioni. Per darvi un assaggio di questo piccolo paese, che vanta ben 400 fiumi e 4000 laghi (parola di lituani!), utilizzerò il colore forse meno scontato: il rosso.

Rosso, come le chiese o i fiori di papavero utilizzati per la preparazione di infusi, dolci tradizionali e formaggi. Rosso, come una delle innumerevoli varianti di birre locali e profumatissime. Li nel punto in cui i fiumi Nemunas e Neris (fiume padre e madre) rinnovano la loro promessa d’amore, sorge Kaunas, la città nel cuore della Lituania che mi ospiterà per un po’ di tempo…

Questa è la storia, in breve, degli ultimi 3 anni passati a gironzolare per il mondo. Così mentre c’è chi mi prende in giro per aver fatto caso, solo da poco, alla piccola coincidenza cromatica che li ha caratterizzati, comincio a chiedermi se la mia prossima avventura sarà nuovamente all’insegna degli stessi 3 colori…Voi che dite?

Germana Zodda

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