Gli antichi romeni di Scheii Brasovului

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

schei1Nel cuneo stretto della vallata, fuori dalle mura della città sassone di Kronstadt, si trova il vecchio quartiere romeno di Brasov, chiamato Schei. Le case piccole, con giardini che si arrampicano sui pendii della montagna, contrastano con i palazzi appesantiti di storia che si trovano stretti tra i possenti bastioni della città sassone. La cinta muraria, con le porte un tempo chiuse, segna il vecchio confine tra le due parti della città. Nei secoli si aggiunse un terzo quartiere a nord-est delle mura, Blumana oppure il quartiere magiaro.

Le tre nazioni hanno reso fiorente la loro città,contendendosi il dominio. Nell’ Ottocento i sassoni di Kronstadt furono soppiantati alla guida della città dai magiari, ma alla metà del Novecento i romeni presero il sopravvento, diventando oggi la maggioranza indiscussa.

schei2Scheii Brasovului rinchiudono il nucleo più antico della città. All’arrivo dei coloni sassoni che fondarono Kronstadt nel Duecento, romeni ed antichi bulgari difendevano la loro vallata dalle razzie dei cumani stabiliti a est dei Carpazi. Rimasti fuori dalle mura sassone, i romeni mantennero nei secoli la loro lingua e cultura, essendo di fatto una propaggine della Valacchia in terra transilvana. Una piccola repubblica contadina, fiera e chiusa ai forestieri, tanto da rifiutare fino a poco tempo qualsiasi interferenza sociale.

Al centro del abitato, di aspetto quasi contadino, si trova l’antica chiesa di San Nicola. Un particolare rilevante lo costituisce il fatto che di fronte alla chiesa si trovano la prima scuola romena della Transilvania e la prima stamperia, nate sull’impulso della Riforma nel Cinquecento. I romeni di Schei colsero lo spirito del loro tempo, ma rimasero indifferenti al movimento riformatore che sconvolse Kronstadt, mantenendo la loro fede ortodossa. Anche le ricche donazioni dei principi valacchi e moldavi resero possibile l’emancipazione culturale dei romeni di Brasov. Le messe ortodosse, i primi libri e l’insegnamento  nella loro lingua li permisero di opporsi con successo ai tentativi di conversione religiosa.

Chiesa, scuola e stampa furono i pilastri dell’identità di questa piccola comunità, che ha portato un contributo essenziale alla storia dei romeni transilvani  e alla loro presa di coscienza nazionale.

Teodor Amarandei

Leggi i Racconti transilvani di Teodor

Ti potrebbe interessare

Gli equilibri di Beirut
Angeli romeni in casa di riposo
Gli orsacchiotti e il dittatore
Gli orti dello Zimbabwe a Milano
Gli irlandesi? Più social di noi