Hell’s gate, un safari di corsa

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Sono le 5.30, ancora è buio ma fervono i preparativi in vista della gita giornaliera che ci porterà alla scoperta dell’Hell’s Gate e delle sue gole. Hell’s Gate è un parco poco turistico che si trova a pochi chilometri dalla città di Naivasha e dall’omonimo lago. L’Hell’s Gate ha però una caratteristica che lo rende unico e per questo speciale: è l’unico parco del Kenya (insieme a Bogoria) che si può visitare a piedi o in bicicletta. Fare un safari in piedi su un matatu col tettuccio alzato è divertente ma farlo a piedi o in bicicletta è eletrizzante…tanto quanto il fresco mattutino di Naivasha. Ma ci sono felini nel parco? La Lonely Planet dice di sì e come spesso succede la Lonely Planet poco ci azzecca. Io che ci son stato 25 volte e non ho mai visto manco un micio.
Mi han detto che a volte in periodi estremamente secchi si possono vedere degli elefanti di passaggio, ma anche quelli io non li ho mai visti. Senza pensar troppo all’idea di esser mangiati da un leone arriviamo al cancello del parco e ci attende la più ardua delle sfide: scegliere la bicicletta con meno problemi meccanici. Un freno solo, impossibile cambiare marcia ma almeno le ruote son gonfie. Andata! Distribuisco biciclette a destra e a manca. Sono le 7 il sole colora d’arancio il canyon alla nostra destra dove i babbuini si sono messi a prendere il primo sole del mattino.
“Ogni mattina, in Africa, una gazzella si sveglia, sa che deve correre più in fretta del leone o verrà uccisa. Ogni mattina, in Africa, un leone si sveglia, sa che deve correre più in fretta della gazzella, o morirà di fame. Quando il sole sorge, non importa se sei un leone o una gazzella: L’importante è che cominci a correre…”. Decido quindi di farmela di corsa, non so se sarò leone o gazzella ma poco importa. Dopo 300 metri, in discesa peraltro, mi pare di morire ma si tratta solo di ‘rompere il fiato’. Zebre, gazzelle e antilopi sono alla nostra sinistra in un’ampia piana, anche loro infreddolite. Inizia la salita, l’aria è pulitissima, entriamo in un paesaggio dalla vegetazione più fitta: un dik dik corre senza meta mentre una giraffa spunta sopra un acacia in lontananza. Continuiamo a salire, i battiti crescono, il respiro si fa affannoso ma si stringono i denti. Scolliniamo e davanti a noi si erge Longonot, un vulcano spento che arriva fino ai 2800 metri d’altezza. La discesa è più lenta della salita a causa delle ginocchia malandate dalla pallacanestro.
Non saltello come una gazzella per intenderci. Forse allora son un leone? Svoltiamo a sinistra e si apre davanti a noi un’immensa piana. Stop!!! Ci dobbiam fermare perché nella piana ci sono anche 60 bufali che appena si accorgono di noi si fermano e ci fissano. Ora ogni bufalo africano che si rispetti è grande come un matatu quindi diciamo che non è propriamente il miglior incontro da fare. In realtà i bufali se in gruppo son pericolosi solo se attaccati…ben diverso il caso dei bufali solitari che son incazzosi a prescindere e dai quali è bene guardarsi. Ad ogni modo 60 bufali/matatu che mi fissano m’intimoriscono e non poco.  Dopo aver preso un bel respiro e con l’adrenalina alle stelle si parte e si corre in mezzo al branco di bufali, facendo attenzione a non guardarli troppo negli occhi.
Una volta in salvo ho modo di sperimentare la stupidità dei facoceri, animali carini e divertenti ma dalla memoria cortissima. Un facocero mi vede correre nella sua direzione e inizia a scappare impaurito, dopo 10 metri si ferma e si chiede ‘Perchè sto scappando?’. Non si sa dare una risposta ma girandosi mi vede e torna a scappare impaurito. Altri 10 metri e poi ancora una domanda: ‘Perché sto scappando?’ e così farà per altre 3 volte.  Il freddo mattutino nel frattempo si tramuta in caldo africano corredato da un ambiente secco e polveroso ma per fortuna siamo arrivati alle ‘gole del diavolo’.
Si scende con una guida comunitaria e si passeggierà nel letto di un piccolo torrente scavato in un magnifico canyon. Un ambiente unico che è stato teatro di alcune riprese di Tomb Raider II (film bruttissimo peraltro, mi son addormentato tutte e due le volte che ho cercato di vederlo). La gita nelle gole alterna sentieri contorti, salti e piccole scalate ma è una camminata adatta a tutti. Le guide locali si trascineranno dietro anche i meno atletici del gruppo. Risaliamo dalle gole e ad attenderci c’è il matatu che ci riporta in campeggio. Pranzo veloce e poi di nuovo in pista con un bel giro in barca. Il lago ospita una quantità incredibile di ippopotami che girovagano vicino a riva, sembrano quasi annoiarsi. Qualcuno fa notare che sbadigliano a ripetizione. Questo non è un buon segno, vuol dire che son infastiditi, meglio andare via…l’ippopotamoè pur sempre sul gradino più alto del podio degli animali selvatici più pericolosi del Kenya insieme al bufalo e al rinoceronte nero.
Si torna al campeggio e il matatu ci attende già accesso e rombante: destinazione Nairobi.
Luca Marchina

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