Herat, pensando a mio figlio

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail
Due giorni….da due giorni in terra afgana….
Una fase la mia, ancora di adattamento.
E’ da poche ore che ho messo piede qui, tra caldo e polvere…Tutto è ancora uguale, un “aggregato” di mimetiche tra le immagini sbiadite dalla stessa polvere grigia, densa e pesante….Un cielo pallido, un sole cocente…questa è ancora per me l’Afghanistan, questa è Herat.
Ho terminato tutte le procedure “burocratiche” che mi serviranno a proseguire la mia permanenza qui…Siamo in tanti…non pensavo così tanti….: italiani, albanesi, spagnoli, americani…: una grossa aggregazione.
Ho una stanza che divido con altri due colleghi, un letto, un armadio, ….non posso lamentarmi!
Ieri sera mentre sistemavo le mie cose e aprivo la valigia ho trovato una sorpresa: le foto di mio figlio tra i miei abiti…Me le avrà messe mia moglie…
Sono rimasto fermo a fissarle nonostante le avessi già viste un sacco di volte…chissà cosa penserà di tutto questo quando sarà grande!
Pensando a lui, riesco a fare tanto, l’approccio positivo e significativo che sto avendo con questa esperienza ….magari lo devo a lui..
In questi due giorni, in questa terra, all’interno di questa base militare, ancora ben poco mi ha fatto avvicinare più direttamente alla vera realtà: sono ancora un pesce fuor d’acqua!

Polvere, caldo, ciottoli, rumori di passi sulla ghiaia tra uomini in divisa, mezzi, armi e movimenti lesti…Questo è tutto ciò che ancora vedo….
Lo sguardo dei ragazzi che operano qui, sembrano sereni e rassicuranti, un mondo che cerca di stare per conto proprio, rispetto ad una realtà ben diversa che si vive al di fuori.
Gli addestramenti, i briefings, le istruzioni riservate a noi novelli abitanti di questo “nuovo mondo”, sembrano essere resoconti di ciò che ad oggi l’Afghanistan è, e sarà per noi Occidentali, sopratutto: un Paese che farà i conti con un futuro sempre più globalizzato e che dovrà faticare, per poter ottenere anch’esso un posto all’interno del sistema.
Quando sarò in grado ad iniziare la mia “operatività” saprò valutare e dire quanto il contesto potrà essere favorevole a dare un vero senso a tutto quello che mi apparirà davanti.

Giovanni Quattromini (QuattroGi)

Ti potrebbe interessare

Il mio addio alla polvere di Herat
L’arrivo ad Herat
Palestinese, il mio nome è Palestinese
Il mio viaggio nell'ashram
Il Tajiko al Bazaar di Herat