I Gnawa in Marocco

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img136Durante uno dei miei numerosi scambi e confronti culturali assieme ai miei amici riguardanti il mondo arabo, mi sono imbattuta davanti alla parola “Gnawi”.  La mia amica marocchina Zainab così come Ismael, che vive ancora lì, mi hanno illustrato questo grandissimo fenomeno culturale, tradizionale ed esoterico diffusissimo in Marocco. Così, presa dalla curiosità, ho iniziato a cercare nel mio archivio fotografico ed ho scoperto che mi ero già imbattuta in un personaggio “Gnawi” in Marocco, e quindi ora sono a raccontarvi un po’ di questa tradizione straordinaria.

Le origini dei Gnawa

Le origini della popolazione Gnawa  risalgono alla zona del nord ed ovest dell’Africa, dalle radici antichissime, che a loro volta derivano dall’antico impero dei Ghaniani di Ouagadougou (oggi Mauritania), Senegal, Gambia, Burkina Faso e di un area di 85% del Mali. Nella storia, la popolazione Gnawa ha sempre avuto forti legami politici con il Maghreb e l’Algeria in particolare. Lunghi e forti legami di scambio li hanno sempre uniti, favorendo cosi la compravendita di schiavi provenienti dalla zona sub-sahariana e, ovviamente, di oro.

La storia popolare del Magreb associa le origini della popolazione Gnawa ai tempi delle conquiste storiche dell’impero Songhai  (nella zona del Niger), ed in particolare Timbuktu,  nel 1591, da parte del sultano Ahmed el-Mansour che deportò migliaia di uomini e donne a nord come servitù per il sultano.

Altri fonti invece collocano le origini al XI secolo, testimoniando già la presenza di musica e tradizioni sub-sahariane nel Maghreb, già in quel periodo.

E’ in effetti una storia molto ricca e complessa che ha influenzato sia culturalmente che commercialmente la vasta area del Al-Maghreb Al-Qadeem, L’antica Maghreb (oggi il Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Mauritania, Senegal, Gambia, Mali, Ghana Antico, Niger, Nigeria, Burkina Faso, Sahara occidentale, Sud Africa, Sudan, Somalia, Etiopia , Eritrea ecc), questa vasta area di inclusione ci porta ad avere un vasto bacino storico, ricco e leggendario, pieno di avvenimenti e tradizioni.

Il Gnawa e l’Islam

Con la diffusione dell’islam in Africa, la popolazione Gnawi  ha abbracciato questa nuova fede, continuando comunque fortemente a conservare e celebrare le proprie tradizioni e la celebrazione dei propri riti, processioni e danze esoteriche. Questa combinazione di Islam mistico (Sufi) assieme alle loro tradizioni africane pre-islamiche, ha fatto sì che con il tempo si sia venuto a creare una sorta di Ordine molto forte, in Marocco, che comprende esoterismo, misticismo e religione (molto simile all’ordine Sufi) nel gruppo etnico apppunto degli Gnawi.

Layla: una tradizione rituale

Un secondo uso del termine”Gnawa” si riferisce alle persone che partecipano alla lunga tradizione musicale e rituale della Layla (in arabo: “notte”) o cerimonia derdeba.  Non tutti i gruppi etnici Gnawa partecipano a questa tradizione, come allo stesso tempo non tutti i praticanti della layla hanno radici risalenti alle poplolazioni sub-sahariane. Tuttavia, la tradizione layla è riconosciuta per essere una manifestazione culturale appartenente agli  Gnawa storici.

La layla è una ricca cerimonia di canto, musica, danza, costume ed’incenso che si svolge nel corso di un’intera notte, terminando verso all’alba. Un obiettivo di questa cerimonia layla è quello di permettere ai partecipanti di dialogare con il loro Melk (pl. mluk). Il Melk è un’ entità astratta esoterica che dialoga con una serie di  djinn  (spiriti). Il rituale consente ai partecipanti di entrare in uno stato di trance, in cui si eseguono delle danze sorprendenti e spettacolari, dove attraverso queste danze i partecipanti interagiscono con i propri mluk, sia per richiedere delle grazie, benedizioni, guarigioni o semplicemente per rafforzare un rapporto già esistente.

La comunicazione con i djinn   avviene soltanto invocando Dio, il Profeta Muhammad, e i vari santi musulmani del Medio Oriente e del Marocco; in particolare eseguendo dei canti, musiche e danze per avvicinare la comunicazione con il djinn  .  La maggior parte delle comunità marocchine fanno risalire questo potere spirituale ad un unico santo fondatore, e l’inizio della cerimonia avviene solitamente recitando degli scritti ed opere spirituali di questo santo (Hizb o wird), in lingua araba. In questo modo affermano il loro ruolo come discendenti spirituali del fondatore, dandosi l’autorità di celebrare la cerimonia. In questo modo la cerimonia della Layla inizia con il ricordo, attraverso il canto e la danza, degli Gnawa dei tempi passati, delle loro terre di origine, delle esperienze dei loro antenati schiavi, e delle loro storie di sequestri, vendita, separazione e solitudine.

Il linguaggio dei Colori

Dopo aver reso omaggio agli antenati, nelle prime sezioni della layla, gli Gnawa proseguono con la sezione dedicata ai mluk. Un’altra caratteristica che distingue la layla degli Gnawa dalle altre celebrazioni  è il sistema di  colorazione (celebrazione di ogni colore) che segnala lo stadio di comunicazione e di contatto con gli mluk nel corso della notte. Ogni melk, oltre ad avere particolari caratteristiche di personalità, è associato ad un particolare colore. Quando viene richiamato un Melk, gli Gnawa eseguono una specifica danza indossando i colori d’abito propri di quella fase ed eseguendo  musica, canto e invocazioni corrispondenti alla sua entità, portandosi così ad un’alta fase di “trance”, ovviamente il tutto accompagnato da forte consumo di incenso di vari tipi, uno per ogni colore della fase. Poiché i Mluk hanno un proprio ordine di invocazione questo fa si che la celebrazione della notte della layla sia caratterizzata da vari elementi:  il  suono (musica o canto), la vista (colori), l’olfatto (incenso) e, infine, il movimento (danza).

Lo Gnawa Oggi

Negli ultimi 30 anni, in Marocco, c’è stato una certo risveglio nonché diffusione di questa vecchia ed antica tradizione dello Gnawa. Ha iniziato a diffondersi ed a prendere piede nella società, nei vari festival popolari nonché nei festival nazionali come il Festival di Fes delle Musiche Sacre del Mondo e lo Gnaoua World Music Festival.  Sempre più gruppi Gnawa sono presenti  nel  territorio facendo parte integrante di numerosi eventi culturali. Nei primi anni 1970 si è poi vista nascere una nuova fusione musicale, unendo la musica  Gnawa con altri generi tradizionali marocchini (arabo-andalusi) creando così una nuova formula musicale di maggior popolarità tra la gente.

 

 

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