Ibiza, isola di profumi e principesse fenicie

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Mai ci avrei pensato, ma alla fine l’ho fatto. Una vacanza ad Ibiza. Con 5 amiche. A maggio. Non so bene cosa ci abbia spinto, se la curiosità di vedere un’ isola così fuori stagione o la voglia di stare insieme.

Sono partita senza aspettative. Di Ibiza conoscevo soprattutto la fama di discoteche, abusi edilizi  e divertimento sfrenato; tutto questo non manca, ma non è l’unica cosa. Passare le vacanze a Ibiza può essere un’esperienza divertente e rilassante; Ibiza, infatti, è un isola dal doppio ritmo, quello della movida e quello più tranquillo e affascinante della vita quotidiana di un’isoletta del Mediterraneo.

Appena atterata nel piccolissimo aeroporto, i miei sensi assopiti dalla città sono stati risvegliati da una sferzata di profumi aromatici e silvestri, di timo, elicriso e rosmarino. Nella parte settentrionale, l’isola è verde e riccia, attraversata da corrugamenti e spaccature ricoperti di vegetazione, che rivelano la sua età estremamente avanzata (pare che sia apparsa denl Triassico, oltre 200 milioni di anni fa). La parte meridionale è invece piatta come la Pianura Padana, ed è popolata principalmente da cemento e dai famosi abusi edilizi di cui sopra.

L’isola di Ibiza, insieme a Maiorca, Minorca e Formentera, fa parte dell’arcipelago delle Baleari, che si trova ad est della Spagna, in quel tratto di Mediterraneo compreso tra Barcellona e Algeri. Grazie alla sua posizione, l’isola si trova al centro di flussi di diverse culture del mediterraneo; il suo patrimonio archeologico, riporta tracce fenice, romane ed arabe.

L’isola è ricca di storia e di storie; uno dei simboli di Ibiza è l’isolotto di Es Vedra, che si estende placido a sud ovest della costa, guardando la Spagna. L’isolotto è formato da due speroni di roccia, uno più grande e uno più piccolo. La leggenda collega queste due grandi rocce ad una terza situata nella costa spagnola, il “Penon de Ifach”,nel parco natural del Calpe. Si racconta che anticamente sulla costa dell’isola sorgeva una città, governata dalla principessa fenicia Tanit, dea della fertilità, dell’amore, del piacere e della luna. A quel tempo le creature della terra e del mare convivevano senza disturbarsi e senza avvicinarsi troppo le une alle altre. Una notte, tre mostri marini persero la rotta e si ritrovarono davanti alla città di Tanit. Il mostro più grande si innamorò della principessa e si fermò là davanti per poterla contemplare. Il piccolo mostro si accoccolò ai piedi di questo e si addormentò. Il terzo si ritirò nell’altro lato del mare, sulla costa spagnola. Si dice che i resti della mitica città giacciano sommersi dalle acque. Questo promontorio ha ispirato molti poeti, pittori e creatori di leggende metropolitane; qualcuno ha addirittura posizionato in quest località una base Ufo!

La parte antica della Capitale, Eivissa, situata in alto, nella cittadella fortificata, è massima espressione di un’anima profondamente mediterranea, che mette insieme Europa ed Nordafrica.

Camminare per i vicoli in salita, sbirciare nelle piccole finestre delle abitazioni, candide di calce, ritrovare una pianta di fico incastrata tra le scale di pietra, intuire la presenza umana da un fruscio di veli o da alcune sedie disposte nella strada…tutto questo mi riporta a Rabat, Genova, Marsiglia.

La città nuova, cresciuta intorno al porto, emana invece un fascino contemporaneo: tra le architetture massicce del mercato  e le vie lastricate di pietra, si trovano numerose botteghe di artigiani, ristoranti, locali e boutiques di abiti e oggetti molto ricercati.

Le nostre vacanze ad Ibiza sono state particolarmente fortunate; abbiamo infatti potuto partecipare a uno dei più importanti eventi dell’isola. Il festival di “Eivissa Medieval”. In questa festa, che si tiene ogni secondo fine settimana di maggio, la cittadella diventa una grande scenografia per la rievocazione di antiche arti e mestieri della tradizione medievale. Per l’occasione, centinaia di artisti, artigiani, giocolieri, trampolieri si ritrovano ad esporre le loro opere, in un’atmosfera di grande fermento culturale.

Rossella Cevese

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