Il golpe in Ungheria e Saviano

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Viene definito sempre più un “golpe bianco”: Victor Orbàn, primo ministro ungherese, ha fatto approvare una modifica alla Carta Costituzionale del paese magiaro che annulla l’equilibrio fra i poteri dello Stato e diminuisce la libertà dei cittadini. Una svolta autoritaria condannata dalla Commissione Europea, che ha chiesto ad Orbàn di ripensarci, ricevendo in risposta l’intimazione a “non intromettersi negli affari ungheresi”.

Ma cosa prevede il cambiamento? Il parere dello scrittore Roberto Saviano è chiaro. “In Ungheria un golpe bianco e l’Europa sta a guardare – afferma su Facebook –  Il Parlamento di Budapest, presieduto da Viktor Orbàn, ha cambiato la costituzione introducendo nefaste limitazioni alla libertà d’espressione e alle competenze della Corte Costituzionale. E mentre in molti paesi europei (non in Italia!) aumentano i diritti per le coppie di fatto e le coppie gay, in Ungheria le uniche coppie che lo stato riconoscerà saranno le coppie etero, che contraggono matrimonio e il cui fine è la procreazione. Le religioni non avranno più pari dignità, ma saranno riconosciute solo quelle definite come tali dalle leggi dello Stato. Tutto questo nella nostra Europa democratica…”

Come accenna Saviano, l’esecutivo potrà limitare la libertà d’espressioni, in nome della difesa “della dignità della Nazione, dello Stato e della persona”. Formulazione che vuol dire tutto e niente, pericolosamente interpretabile. La Corte Costituzionale potrà fare solo obiezioni di forma: in pratica Orbàn e il suo esecutivo si riservano di fare quello che vogliono, magari con grazia e con un sorriso, giusto per mantenere le forme. Per i gay e per le persone che convivono tempi grami:  non avranno gli stessi diritti delle coppie sposate. E via così: il cielo sull’Ungheria oggi è uguale a quello di ieri, ma tutto sta precipitando. Mobilitiamoci, con le forze che abbiamo: parliamo, urliamo contro questa svolta. Perché la storia ungherese si sta costruendo (anche) in questi minuti, e la forzatura di Orbàn non lascia dormire tranquilli.

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