Il Guatemala nelle mani di un ex generale dal passato torbido. Mentre l’Enel sta alla finestra

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Otto Pérez e Roxana Baldetti: guideranno il Guatemala tra il 2012 e il 2016

“Mettiamo da parte le differenze e lavoriamo per un Guatemala migliore, per rafforzare la sicurezza e aumentare le opportunità di lavoro”. Ha fatto la solita richiesta di chi vince le elezioni presidenziali,  un appello all’unità nazionale, dopo le elezioni dello scorso 6 novembre:  Otto Pérez Molina è riuscito a vincere in Guatemala col 54,89 % dei voti, sconfiggendo al ballottaggio il populista Manuel Baldizón. Ad accompagnare il leader delcome vicepresidente dal 14 gennaio 2012 sarà una donna, la prima ad arrivare così in alto nel potere politico del paese centroamericano. Si tratta di Roxana Baldetti.

 
Ma i cognomi non sono l’unica cosa per cui gli italiani dovrebbero interessarsi alla sorte del Guatemala. L’Enel Green Power, ad esempio, viene accusata di fare accordi con i diversi governi del paese, ma di ignorare i diritti degli indigeni. Così si mette al centro l’antico problema della terra: appartiene agli indigeni in quanto possessori da prima della colonizzazione avviata nel 1492, indigeni che però non sempre hanno con sé un formale titolo di proprietà. Le alleanze fra gli Stati e le multinazionali non sono certo inedite, come dimostra ed esempio il caso della United Fruit Company in Centroamerica, forse il più eclatante.
Ma chi è il nuovo presidente? Classe 1950, Pérez Molina è un ex generale che, fra le altre cariche, occupò il posto di direttore di intelligenza militare. Niente di male se non ci fosse l’accusa di gravi violazioni dei diritti umani nella sua lunga carriere, cosa che lui nega da sempre.
Durante la guerra civile fra il 1960 e il 1996, dove secondo un’indagine delle Nazione Unite furono uccise 200 mila persone e  45 mila scomparvero nella maggioranza indigeni, ci fu anche il “Piano di Operazioni Sofia”. Documenti dicono che il neo-presidente comunica come il 15 agosto 1982 si trovava “in contatto col nemico” nei pressi di due dipartimenti dove ha  “soffocato un attacco” .  Affermano anche che ci furono “4 FIL (Forze Irregolari Locali) morti: in totale 18 maggiorenni e 12 bambini”. Lo scontro “col nemico”  avvenne il 22 luglio 1982.
Come cambierà la situazione dell’ azienda italiana col nuovo presidente nelle vertenze che oppongono l’Enel alle comunità indigene? Secondo quando detto nella puntata 300 di LatinoAmericando da  Alessandra Vecchi , italiana appartenente al Consiglio di Gioventù Maya, muterà “molto, poiché Pérez Molina ha promesso ‘mano dura’  oltre ad essere dichiaratamente favorevole alle miniere. La mano dura si riferisce anche a chi si oppone alle multinazionali. Nel caso del Enel nella regione dell’altopiano esiste una totale mancanza di rispetto delle leggi internazionali sui diritti umani. Un totale e completo disprezzo della popolazione. Il convegno 196 dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro chiede le popolazioni locali vengano rispettate”.
Dal suo sito, la azienda afferma che Endesa (acquistata dall’Enel) rappresenta il primo operatore privato nel continente latino-americano, con una potenza installata di 16.218 MW e una produzione di oltre 66 Twh/anno.
All’opposizione, però, oltre a Baldizón, ci sarà anche una non troppo accreditata Sonia Torres, che era candidata alla presidenza al primo turno ed ex moglie del presidente uscente Alvaro Colom. Lei ha già avvertito che vigilerà sulle riforme sociali promesse dal nuovo presidente.  Torres Chiede per i 312,5 milioni di dollari del programma sociale “La mia famiglia progredisce”.
Uno dei principali problemi del paese è la violenza. Lo stesso giorno delle elezione sono morte “almeno sette persone” e si sono registrati “diversi incidenti”,  secondo quanto riportato dalle fonti ufficiali.
Proprio sulla sicurezza ha puntato con successo elettorale Pérez Molina, sfruttando la violenza che dilaga nel Paese.
In un caso o nell’altro, bisogna interessarsi su un problema oggettivo:  l’insediamento di un ex militare accusato di violazione di diritti umani in un Paese dove l’Italia ha fortissimi interessi,  attraverso la sua principale azienda elettrica, è una questione sulla quale diventa ogni giorno più indispensabile fermarsi a pensare.
Gustavo Claros

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