India: se i bimbi imparano a lavarsi le mani

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Dopo aver pensato l’argomento, preparato le lezioni e procurato il materiale, finalmente arriva il momento del banco di prova: i ragazzi della scuola del centro SAMPARC di Bhambarde, in una zona collinare di villaggi tribali. Il centro ha una storia molto particolare: uncle Banerjee, durante una passeggiata tra quelle zone, un giorno di circa 16 anni fa, incontrò una coppia di genitori che stavano tentando di raggiungere un ospedale per curare il loro bambino in fin di vita per una setticemia. Il bambino infatti si era procurato un taglio che era stato curato, secondo una credenza popolare, con urina di vacca. Il bambino morì prima di arrivare all’ospedale, sotto gli occhi di uncle Banerjee che, da quel momento, decise di creare una scuola per evitare che succedesse di nuovo una tragedia simile, dovuta alla mancanza di istruzione. Per una curiosa coincidenza, proprio lì, ho portato le lezioni di scienza con lo scopo di dimostrare ai bambini quanto sia importante lavarsi le mani per la prevenzione di infezioni e malattie.

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I ragazzi erano davvero incuriositi e la loro trepidazione era palpabile, proprio come la mia ansia da prestazione: volevo che tutto andasse per il meglio per poter dare loro il messaggio più chiaro e corretto possibile. Io e i ragazzi siamo entrati subito in sintonia e nonostante alcuni problemi di lingua (stanno iniziando ora a studiare inglese) siamo riusciti a capirci (per fortuna avevo costruito le lezioni usando molte immagini!). Dopo due lezioni frontali in classe, è arrivato il giorno dell’esperimento. Ho chiesto loro di toccare una piastra petri con un terreno specifico per la crescita dei batteri prima e dopo aver lavato le mani. Dopo un giorno, si sarebbe dovuta vedere la crescita di colonie batteriche qualora le mani fossero state sporche. I ragazzi hanno preparato le piastre scrivendoci il loro nome e poi con estrema attenzione hanno toccato le piastre prima e dopo essersi accuratamente lavati le mani. I risultati sono stati per me, avvezza alla scienza, prevedibili mentre per i loro occhi, strabilianti!

Effettivamente, dopo essersi lavati le mani, la crescita batterica era diminuita di molto, confermando così l’importanza di un semplice gesto. Questo ha scatenato in loro una valanga di domande molto pertinenti e segno di una capacità di osservazione davvero notevole. “Cosa succederebbe se non ci lavassimo le mani? Cosa mangiano i batteri? Da dove vengono i batteri? Perché abitano la Terra con noi?”,sono solo alcune delle molte domande che mi sono state poste e devo ammettere che questo mi ha riempita di soddisfazione. Quello che gli avevo proposto era stato percepito molto bene e aveva stimolato la loro curiosità. Non so se realmente potrà portare un cambiamento rilevante nelle loro abitudini o verrà messo in pratica da tutti. Forse gli potrà servire per avere più consapevolezza dei loro gesti per la prevenzione di alcuni problemi come le infezioni. Forse alcuni di loro porteranno questa consapevolezza a casa o, in futuro, ai propri figli. Non ho certo la presunzione di essere stata utile nel cambiare le cose, forse è stato solo un seme sparso nel vento, oppure che a distanza di tempo darà frutto. Rimango quindi con il ricordo della loro curiosità e con la sorpresa sui loro visi: la migliore delle ricompense.

Sara Cogliati

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