Joyeux Noel à Paris

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Giorni piovosi preparano un austero Natale. In rue de Sévigné , in uno dei tanti ateliers del Marais, vengono accatastate decine di alberi di natale: un piccolo boschetto dietro dei finestroni a quadri resi quasi scivolosi dalla pioggia. Uno spesso strato di vernice bianca copre gli infissi e i vetri un po’ convessi sfumano l’interno del magazzino. Dalla porta socchiusa, dove fa la posta un omino con la sigaretta in bocca, escono in sequenza quattro uomini che caricano gli alberelli su due furgoni, parcheggiati abbastanza malamente sulla strada neanche tanto larga.

Partiti, andranno ad occupare gli spaziosi marciapiedi sulle soglie di bazar, fiorai e negozietti vari impegnati a rifornire di addobbi abitazioni festanti – forse più decorate della città, anche se dopo il secondo piano, il collo e lo sguardo soffrono a sbirciare gli interni – .

In generale, la ville si avvicina molto sobriamente al Natale. Qualche luminaria molto scarna nei Boulevards, nel quartiere Latino, a Saint-Germain, sull’Hotel de Ville e in qualche vietta periferica; un paio di piste di pattinaggio e qualche alberello con bassissime aspettative di vita sparso qua e là; metà dei negozi chiusi la domenica prima di Natale nel Marais, in Rue de Rivoli e a Saint-Germain. Tra quelli aperti, molti hanno già iniziato i saldi.

Dei festeggiamenti che rischiano di passare inosservati se non si inciampa nell’abbondanza delle Galeries Lafayette, di Place Vendome e degli Champs d’ Élysées.

Le Galeries ricoperte di luci riversano sui marciapiedi fiumi di persone cariche di pacchi e pacchetti, che si incodano ai semafori o ad aspettare un taxi protette dalla gendarmerie, per l’occasione impegnata a salvare i distratti avventori dall’essere investiti.

Se si arriva all’Opera e poi si scende verso Place Vendome il volume di passanti scende drasticamente, ma restano delle belle luminarie che illuminano la piazza a giorno.

Proseguendo ancora si svolta a destra in Rue de Rivoli, avanti per Place de la Concorde e poi via per gli Champs d’Elysées. Anche qui non mancano le forze dell’ordine ad offrire il loro decisivo contributo a che si svolga lo shopping natalizio. Sarebbe il momento di parcheggiare se non fosse impossibile.

Si inizia con i mercatini di natale e qualche giostrina nella parte alberata e a passo lento, ci si mette in fila verso la meta. A destra l’Eliseo, a sinistra il Grand e il Petit Palais, si attraversa la strada e comincia la salita, incorniciata da delle luminarie a spirale, dappertutto ma un po’ moscette.

Si sale e ci si ferma. Da Louis Vuitton e Abercrombie alle peggio creperies e brasseries c’è coda. Trenta o quaranta persone, quando sono poche, incolonnate a qualsiasi entrata di qualsiasi negozio o locale fino all’Arc de Triomphe. Tutti che aspettano e aspettano.

E dire che fino a qualche anno fa (2003) c’erano non pochi Newyorkesi che si concedevano una scappatella in giornata per fare un po’ di shopping sui Campi Elisi, staccando un biglietto da 8000 euro per il Concorde. Giusto perchè, per fare shopping in libertà, è meglio essere sicuri di arrivare prima di tutti – clienti, fusi orari e terra compresi – .

Mattia Gusella

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