La trappola: il sogno infranto di un'immigrata

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Una giovane donna, africana, calciatrice. Un sogno che chiama Mbeng, Europa. Il racconto di un viaggio che è una vita – settemila chilometri in otto anni. Un percorso lungo e tortuoso nel tempo e nello spazio, aggrappata al football per avvicinare l’Europa. La storia di un inganno, di un sogno – la fortezza Mbeng – che è illusione. E la narrazione di una rinascita, ritornando all’Africa. E’ la storia raccontata da Clariste Moube Soh nel libro La Trappola: l’odissea dell’emigrazione, il respingimento, la rinascita”, (Infinito Edizionipag. 160, 13,00€) che in questi giorni arriva in Italia per un ciclo di presentazioni. Un libro che vanta la presentazione di Aminata Traorè.

Gli incontri si terranno in queste città e date:

mercoledì 3 ottobre, TORINO, in collaborazione con il Cuamm e il Museo del Cinema, presso la Bibliomediateca Mario Gromo, via Matilde Serao 8/a, ore 20,30;
giovedì 4 ottobre, VARESE, presso la libreria Feltrinelli, corso Aldo Moro 3, ore 18,00. In collaborazione con il Cuamm, presenta Dino Azzalin;
venerdì 5 ottobre, BIELLA, in collaborazione con Apertamente e con Voci di Donne. Presso il CSV, via Orfanotrofio 16, ore 18,30;
sabato 6 ottobre, FERRARA, nell’ambito del Festival di Internazionale, ore 16,30. Interviene Pierre Cherreuau;
domenica 7 ottobre, SANTORSO (VI), in collaborazione con Il mondo nella città, in presso l’istituto comprensivo Cipani, ore 18,30. Interviene Dagmawi Yimer;
lunedì 8 ottobre, VERONA, presso la libreria Pagina 12, Corte Sgarziere 6/a, ore 18.00. Interviene Dagmawi Yimer;
mercoledì 10 ottobre, ROMA, presso la libreria Griot, via S. Cecilia, ore 18,30. Partecipa Giulio Cederna.

L’autrice
Clariste Soh-Moube è nata nel 1979 a Yaoundé (Camerun). Terminate con buon esito le scuole primarie e secondarie, intraprende gli studi superiori, interrotti nel momento in cui smette di credere nella forma di sistema universitario che le si presenta, e rinuncia alla corsa ai diplomi di laurea. Si lancia nell’avventura della migrazione all’inseguimento d’un desiderio d’Europa e di una vita migliore che durerà otto anni. Oggi, avvicinatasi al cosiddetto altermondialismo, si è messa al servizio dell’Africa e sogna di ritrovare il suo martirizzato continente. È assistente ricercatrice al Centro Amadou Hampâté Ba (CAHBA) a Bamako (Mali) dove, accanto ad Aminata Traoré, persegue questo suo disegno.

“Cara sorella e compagna di viaggio, chiunque leggerà questo tuo libro ricordi che dietro ciascuna persona che viene pestata, ammazzata, annegata in mare o umiliata, stuprata, c’è almeno una madre che la pensa, che l’aspetta. Attraverso il tuo racconto ho intravisto le donne e le ragazze che hanno viaggiato con me. Donne con nomi e cognomi, che hanno lasciato dietro madri, padri, fratelli, figli, prima che questo viaggio le spogliasse di tutto”. (Dagmawi Yimer)

“La testimonianza di Clariste ci interroga. Ha il merito di illuminare dall’interno la Trappola: il paradosso di un mondo che ha globalizzato i bisogni e geo-referenziato i diritti, promesso lo scambio universale dei sogni e delle merci, e costruito muri altissimi per arginare la libera circolazione degli esseri umani”. (Giulio Cederna)

 

Ti potrebbe interessare

Casteddu '43
Risorgeremo (l'ultimo spenga la luce)
Salva l'Arte
La Svezia, la politica e l'immigrazione
Isaac, la tempesta che non c'è