L'amore e l'elastico delle mutande

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“Le poesie di Francesco Verni non sono merletti. Sono proprio degli elastici, duri e crudeli, di quelli che lasciano un solco arrossato sui morbidi fianchi delle donne”. In pochi tratti – quasi la vignetta di un fumetto – Milo Manara ha scattato una fedelissima istantanea de “Il fido elastico delle tue mutande”, edito da Panda Edizioni (62 pagine, 9 euro). L’agile volumetto raccoglie quindici anni di esplorazione della vita raccontati con sonorità rock. “Rock melodico se vogliamo, con diverse “ballad” ma anche con tanti pezzi di doppia chitarra elettrica” tiene a precisare l’autore nella sua postfazione, in cui dà conto dell’estentuante labor limae che ha preceduto la pubblicazione. Un lavoro volto a rendere più “pop” un prodotto – la poesia – troppo spesso relegato “negli scaffali transilvani di qualche biblioteca”. Non si poteva attendersi maggiore coerenza, d’altronde, dall’autore del seguitissimo blog “Rock&Wine” in cui si abbinano musica e vino.

 

Il risultato sono trentasette liriche dominate da un amore che talora è sofferenza, talaltra idillio ed esaltazione ma mai serenità e pura gioia. Il giornalista padovano Francesco Verni riesce così a dare forma in modo assolutamente originale – grazie a un sapiente uso della lingua e della metrica e di suggestioni che spaziano da Leopardi a Bob Dylan – alla complessità di un’esperienza amorosa che si intuisce totalizzante e annichilente quanto autobiografica. L’altro grande tema della poesia di Verni –  è la riflessione su dio, sul senso dell’esistenza e sul suicidio, cui Verni riesce a dare una risposta in un’unica lirica, “Il viaggio”. “Il saggio sapeva;/ il saggio era cieco ma mi guardava./ Alle domande mai dette diede una sola risposta: “Dio si può fermare solo con il suicidio”.

Silvia Fabbi

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