Le alte vie del Sudtirolo

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IMG_0486Chi l’ha detto che montagna deve significare per forza faticose ascese e inaffrontabile dislivello, pena perdersi i paesaggi migliori che vette e creste regalano? Nulla di più falso. Una prova? Le 80 escursioni raccolte nel volume  “Alte vie del Sudtirolo” di Hanspaul Menara (Athesia editrice, 24,90 euro). Suddivise per zona geografica dell’Alto Adige, dall’alta Val Venosta fino alla Valle Aurina passando per le Dolomiti della Gardena e dell’Alta Pusteria, il volume accompagna l’escursionista alla scoperta delle bellezze della provincia.

Le proposte spaziano per difficoltà e lunghezza, con itinerari più brevi alla portata delle famiglie con bambini e percorsi componibili anche in più giorni, impegnativi dal punto di vista tecnico e fisico, più consigliabili per escursionisti allenati e con qualche esperienza di montagna. Ogni sezione descrive prima il percorso suggerito, trattando caratteristiche del sentiero, eventuali difficoltà e cenni storici e paesaggistici dell’area. Correda la trattazione una scheda dettagliata con le indicazioni stradali per raggiungere l’inizio del percorso, una mappa (piuttosto minimale per la verità ma utile a farsi un’idea della zona), le indicazioni utili per non perdere il sentiero, i passaggi più difficoltosi, una valutazione del livello richiesto per affrontarlo, una stima di massima del tempo necessario a percorrerlo e il numero di  carta geografica (Tappeiner e Tabacco) eventualmente necessaria per vedere il percorso nel dettaglio.

Qualche esempio? Un percorso assolutamente irrinunciabile e alla portata di tutti è l’Adolf Munkel Weg   foto(1)in Val di Funes ai piedi dell’affascinante gruppo delle Odle. Il percorso – cui, se dotati di mappa, si possono applicare varianti per fare un tracciato ad anello o per allungare o accorciare i tempi – che va dalla malga Zannes sopra San Pietro in Val di Funes alla malga Brogles regala una splendida vista sul Sass Rigais e il Furchetta (*). Dal punto di arrivo lo sguardo spazia sulla Val Gardena e il gruppo del Sassolungo per spingersi fino allo Sciliar.

Silvia Fabbi

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