L’età dell’ignoranza

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Non si fa altro che parlare di società dell’informazione, di nativi digitali e mutazione «antropologica » dovuta all’utilizzo delle nuove tecnologie e alla disponibilità illimitata di conoscenza attraverso la Rete. Eppure, più che in una nuova era della conoscenza stiamo vivendo nell’età dell’ignoranza. L’analisi è di Fabrizio Tonello. Veneziano, professore di Scienza politica all’Università di Padova e giornalista, Tonello ha appena pubblicato un libro, «L’età dell’ignoranza» (Bruno Mondadori editore, 160 pagine, 15 euro) che mette sul banco degli imputati la rinuncia a investire sull’istruzione, l’antintellettualismo italiano e un provincialismo tecnologico che vanta le magnifiche sorti e progressive del web. Tutti elementi che concorrono a questa lunga stagnazione, dove la disoccupazione aumenta e la crescita rimane un miraggio. La tesi di fondo è che anche se effettivamente cresce la quantità di conoscenza e crescono i media per accedervi, cala però la capacità nostra e dei ragazzi di maneggiarla.

Con l’evidente paradosso che, complici gli algoritmi che personalizzano i risultati delle ricerche a seconda del profilo dell’utente, le persone finiscono per accedere solo a fonti d’informazione limitate, quelle che già conoscono, e a restringere il proprio cono visivo anziché ampliarlo. «Avere a disposizione miliardi di informazioni – spiega Tonello – non equivale a comprenderle, né a saperle usare correttamente: al contrario, il rumore di fondo può diventare un ostacolo all’uso dell’intelligenza critica”.

Leggi tutto l’articolo sul Corriere del Veneto

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