L'ultima (gratuita) lezione del filosofo Umberto Curi

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Pensare con la propria testa per diventare autenticamente liberi, questo lo sprone agli studenti lasciato dal prof. Curi nell’ultima lezione accademica che ha tenuto lo scorso 20 gennaio all’Università di Padova, in un’Aula Magna gremita dagli studenti –  ma anche da ex allievi e colleghi docenti – che hanno seguito con attenzione e costanza il corso di Storia della Filosofia. Un’autentica ovazione per l’ultima lezione del filosofo, momenti di intensa commozione a testimoniare come i veri Maestri, figure di cui oggi abbiamo particolarmente bisogno, sappiano formare le persone e trasmettere saperi e conoscenze, e la filosofia diventi approccio, interpretazione e visione della vita nella sua traduzione più contemporanea.

Presidente del corso di laurea in Filosofia dell’Università di Padova dal 1994 al 2008, Direttore del Centro interdipartimentale di Storia e Filosofia della Scienza, membro del Direttivo del Centro di Ecologia umana, Umberto Curi  si laurea a Padova nel 1964, è assistente, professore incaricato, e poi professore associato e infine professore ordinario nella stessa università a partire dal 1985.

Professore emerito dal 2011, Curi ha accettato l’invito a tenere comunque il suo corso universitario per ben cinque anni, con un contratto a titolo totalmente gratuito. A chi gli domandava perché si sobbarcasse la non indifferente fatica di svolgere un’attività didattica impegnativa, pur essendo ormai in pensione, Curi rispondeva indicando nel rapporto intellettuale e umano con i giovani la motivazione che lo aveva indotto ad accogliere la proposta.

Umberto Curi ha pubblicato una quarantina di volumi, molti dei quali tradotti in altre lingue e insigniti di riconoscimenti internazionali. Considerato unanimemente una delle figure di maggior spicco della filosofia italiana contemporanea, Curi è stato anche visiting professor presso le Università di Los Angeles e Boston e ha tenuto corsi di lezioni e conferenze presso una ventina di università europee e americane. Concludendo la sua ultima lezione, dedicata all’interpretazione heideggeriana del mito platonico della caverna, Curi ha rivolto agli studenti una raccomandazione e un augurio. La raccomandazione è quella di attenersi al monito kantiano, impegnandosi a “pensare con la propria testa”, sottraendosi alla tutela di coloro che vorrebbero pensare al nostro posto. L’augurio è quello di sviluppare lo studio e la ricerca in modo da diventare autenticamente liberi, dove la vera libertà coincide con l’impegno ad essere liberatori di coloro che ancora sono prigionieri dell’ignoranza e della miseria.

 

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