Marcia delle donne e degli uomini scalzi, fra Venezia e nord est

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Lanciata mercoledì 2 settembre da un gruppo di intellettuali, giornalisti, attori e associazioni, la “Marcia delle donne e degli uomini scalzi”, per chiedere accoglienza e corridoi umanitari per i profughi e i migranti che a migliaia raggiungono l’Europa, sta raccogliendo migliaia di adesioni. Fra i primi firmatari ci sono Gianfranco Bettin, don Albino Bizzotto, Marco Paolini e Andrea Segre: nomi di veneti che vanno controcorrente rispetto alla soffocante atmosfera di psicosi dal sapore razzista che sta avvolgendo il tema del come accogliere chi bussa alla nostra porta fuggendo da guerre, dittature e povertà.

L’appuntamento principale è per venerdì 11 settembre alle ore 17.00 al Lido di Venezia, in piazza Santa Maria Elisabetta (dove attracca il vaporetto dalla stazione FS di Venezia S. Lucia). Da lì muoverà un corteo di persone che, scalze, cammineranno fino all’altro lato dell’isola fino a raggiungere la zona del Palazzo del Cinema dove è in corso la 72esima Mostra del Cinema.

Altri gruppi locali stanno organizzando marce senza scarpe in altre città, per sottolineare l’esigenza di un cambiamento nelle politiche dei governi e dell’Unione Europea nei confronti dei profughi. A Verona l’appuntamento è per venerdì 11 settembre alle 17.30 in piazza S. Toscana (vicino Porta Vescovo). A Montagnana (Padova) sabato 12, una marcia con lo stesso spirito aprirà il meeting di GMA Onlun (gruppo missioni Africa). A Trento un presidio si terrà l’11 settembre in piazza Duomo alle ore 18.00. A Pordenone una marcia partirà venerdì 11 alle 18 dal Centro Studi.

Ecco i quattro punti che compongono la piattaforma politica della Marcia:

1. certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
2. accoglienza degna e rispettosa per tutti
3. chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
4. creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino

Per informazioni sull’iniziativa si può consultare il blog e l’evento su Facebook. Per aderire bisogna compilare un form in questa pagina. C’è anche l’evento su Facebook della marcia di Montagnana, e quello di Trento. Se si desidera organizzare una marcia in un’altra città è buona cosa comunicarlo inviando una email a donneuominiscalzi @ gmail.com (senza gli spazi attorno alla “@”).

L’appello che lancia l’iniziativa:

E’ arrivato il momento di decidere da che parte stare. E’ vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte.

Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. E’ difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno.

Sono questi gli uomini scalzi del 21°secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle.

La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà. E’ l’inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano.

Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.
Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti.
Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze.

Venerdì 11 settembre lanciamo da Venezia la Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi. In centinaia cammineremo scalzi fino al cuore della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica. Ma invitiamo tutti ad organizzarne in altre città d’Italia e d’Europa.

Per chiedere con forza i primi tre necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:
1. certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
2. accoglienza degna e rispettosa per tutti
3. chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
4. creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino

Perché la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme.

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