Miraa, la droga al lago Baringo

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Lo dico sin da subito: il Lago Baringo e’ uno dei posti che preferisco in Kenya. Non so spiegare il perche’ ma mi seduce ogni volta per la sua semplice e naturale bellezza. Mi piace tornarci anche solo con il pensiero per respirare un po’d’aria pulita e sentirmi a cavallo tra il Kenya agricolo della Rift Valley e il Kenya settentrionale, desertico e isolato.

Si parte di prima mattina da Kericho e si scende fino a Nakuru, ci si lascia quindi alle spalle l’autostrada per svoltare a sinistra su una stradina tortuosa e fatta di saliscendi che vi portera’ fino a Marigat. Il paesaggio cambia gradualmente ma costantemente: scompare la vegetazione rigogliosa e i campi coltivati per dare spazio a terra e arbusti che iniziano a preannunciare il deserto. Baringo è il lago più settentrionale della Rift Valley ma, come anche Bogoria, è un po’ defilato rispetto alle rotte più affollate e del turismo di massa. Potrete quindi vivere e sentire sulla vostra pelle le bellezze naturali e culturali di questo luogo fantastico. Il tramonto dal picco che da sul lago e l’alba dalla barca coloreranno il lago con le piu’ variegate ed incredibili tonalita’. Uno spettacolo unico al mondo. Baringo deve il suo nome deriva dalla parola kalenjin “mparingo” che significa “lago”.

Un flashback e’ d’obbligo.

La prima volta che son arrivato a Baringo coi mezzi pubblici e’ stato un viaggio della speranza. Fino a Nakuru nessun problema. La tratta Nakuru-Marigat invece un inferno: in 65 persone e una decina di polli (vivi) schiacciati su un pulman da 50 posti, sotto il sole del mezzogiorno equatoriale e tutti terribilmente sudati ed appicicaticci (anche grazie all’intelligente scelta di ricoprire i sedili con un velluto non propriamente estivo). Da Marigat a Baringo ci vogliono 30 minuti e i mezzi pubblici sono auto-taxi comunitari, station wagon di marca giapponese che portano dalle 8 alle 12. Ci caricano nel bagagliaio…di nuovo sciacciati…la maglietta fa decoupage con la pelle!

Un’anziana donna masai sale probabilmente per la sua prima volta su una macchina, per tre volte cerca di chiudere la portiera e per tre volte si schiaccia le dita tra portiera e telaio, senza fare una piega e mantenendo inalterato lo sguardo orgoglioso tipico masai. Al quarto tentativo di chiusura della portiera l’autista scende e aiuta la nonnina a chiudere la portiera…va bene l’orgoglio masai ma forse meglio aiutarla a tornare a casa con e 5 le dita attaccate alla mano. Arrivati a Baringo il nulla, qualche casa e 2 alberghi. A differenza delle zone turistiche del Kenya dove una mandria di guide turistiche mi avrebbe accolto qui non c’e’ nulla e nessuno. Dopo un po’ mi faccio coraggio ed entro in una stanza gestita da una cooperativa comunitaria di barcaioli, è qui che conosco Joseph, e’ qui che inizio a conoscere Baringo.

Joseph e’ un tipo originale, non propriamente la tipica guida turistica ma sicuramente una persona affidabile, poco invadente e sempre in orario…cosa abbastanza rara in Africa. Joseph e’ di origine Turkana, in piena zona desertica e a due passi dal Sud Sudan. Neanche lui sa come ma si e’ritrovato a vivere al lago Baringo e questa e’ diventata la sua nuova terra. Joseph vive una realta’ parallela rispetto a quella di noi umani, e’ un devoto rastafariano, si ispira a Haile Salassie e gira con gingilli gialli, rossi e verdi appesi ovunque; lo sguardo e’ principalmente perso nel vuoto ma appena sollecitato da domande e curiosita’ reagisce brillantemente agli impulsi e sempre con una qualche curiosita’ o storia tradizionale; il suo ritmo vitale è pole pole (letteralmente lento) in perfetta sincronia con lo scorrere della vita per gli abitanti di Baringo. Joseph mastica spesso la miraa. Per chi non la conoscesse la miraa (o Khat) e’ una pianta il cui utilizzo e’ legale in Kenya e illegale nella maggior parte dei paesi del mondo. Secondo wikipedia (e secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanita’) la miraa e’ una droga di natura anfetaminica a spiccato effetto psicotropo, euforizzante e reprimente gli stimoli di fame e fatica, ha anche un notevole effetto analgesico. Joseph la mastica per abitudine, perche’ non ne puo’ fare a meno e per sopperire alla fame e alla fatica.

Joseph conosce ogni persona di Baringo e ogni angolo del lago, è la persona giusta nel posto giusto…un unica controindicazione: la prima volta che l’ho conosciuto ho fatto l’errore di chiedergli se conosceva un posto economico dove mangiare pollo e patatine. Mi ha preso troppo sul serio e mi son ritrovato in tavola un pollo cotto a meta’ e con i peli attaccati alla pelle…in compenso il pollo piu’ economico che abbia mai mangiato in Kenya.

Luca Marchina

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