Dentro Nairobi: baraccopoli, teste di pesce e matatu

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Arrivare a Nairobi è come entrare in un supermercato urbano: si trova di tutto. Nairobi è una pura contraddizione e in questo post vorrei elencarvene alcune tra le più “divertenti”.

Vista dall’aereo Nairobi stupisce per il suo verde, distribuito un po’ ovunque all’interno della città, ma basta spostarsi di qualche chilometro ed eccoci a Dandora, discarica gigantesca, grazie alla quale vivono migliaia di persone che riutilizzano i rifiuti provenienti dalla Nairobi bene.
La dieta di ricchi e poveri a Nairobi è diversa, un esempio pratico: se andate a mangiare pesce in un albergo di lusso del centro vi serviranno il pesce senza la testa. Le teste vengono rivendute dai cuochi a imprenditori che le comprano per pochi centesimi di euro, per poi rivenderle fritte il giorno dopo lungo le vie delle baraccopoli.
Costo di una porzione di pesce in un albergo del centro: 30 euro, costo a Mathare: 30 centesimi. Forse per questo nelle baraccopoli si dice che mangiare la testa e le lische dei pesci aumenti l’intelligenza…

Nairobi, la capitale più selvaggia al mondo

Nairobi è la capitale più selvaggia al mondo, in tutti i sensi. L’unica capitale ad avere un parco nazionale con leoni, rinoceronti, giraffe… a soli 8 km dal centro città! Dall’interno del parco si può osservare un mix d’animali ed in lontananza avere lo skyline di Nairobi. In certe zone di Nairobi poi è meglio chiudere le finestre all’ora di pranzo se a tavola non si vuole avere come ospite una scimmia… Ma Nairobi è selvaggia anche a causa di sgangherati ‘animali a motore’ che qui vengono comunemente chiamati matatu. Pulmini dal cuore giapponese che portano (in teoria) 15 persone, ma li ho sperimentati anche con 28 persone a bordo. Sono sudici, rumorosi, scomodi, non hanno fermate e ti fanno salire mentre sono in corsa. Di fisso hanno solo la fermata di partenza e quella d’arrivo, ma non il percorso che unisce i due punti. Tre i nemici: la polizia, i pedoni e i limiti della fisica. La fretta dei matatu è prettamente capitalistica e dettata dal motto “più corse fai, più guadagni”: viaggiano sui marciapiedi, in contromano, piegati a 40 gradi con le ruote nei fossi: ovunque. Un viaggio in matatu il venerdì pomeriggio è un’esperienza unica, anche divertente direi. A differenza dei rinoceronti, i matatu non sono in via d’estinzione. Come James Bond i matatu hanno licenza di uccidere.
A Nairobi si stima che il 70% degli abitanti viva nel 7% del territorio urbano, in una delle 178 baraccopoli della città. Per “fortuna” ora questa tendenza sta cambiando, essendo che anche nelle zone ricche han deciso d’impacchettarsi e ormai si costruisce solo in verticale, gustosi appartamenti/casermoni omologati stile Unione Sovietica e dalla dubbia resistenza in caso di terremoto.
Un’altra contraddizione “divertente” la si può sperimentare passeggiando per Kibera (o andando semplicemente su google earth dal vostro pc). C’e’ un bel muro che divide la baraccopoli più grande del Kenya dal Golf Course… 170.070 persone abitano a Kibera da una parte e dall’altra 4 che giocano a golf… e il Golf Course è grande un quarto di Kibera.
Per completezza di informazione preciso che 170.070 sono le persone censite nel 2009 ma ad ogni modo, ad uso e consumo della comunità internazionale e delle ONG pubblicitarie che vi lavorano sentirete spesso dire che sono 700mila, 1 milione o addirittura 2 milioni di persone residenti a Kibera. Ma forse, più del numero di abitanti, conta la densità della popolazione: nel villaggio di Kianda, uno dei tredici villaggi che compongono la baraccopoli, vivono 15.219 abitanti schiacciati in 0,19 Km quadrati, ossia una densità di 90.000 persone per Km quadrato che significa che ogni persona ha a sua disposizione 5×2 metri in cui vivere.
La prima giornata di Bianco-Nero si svolge qui, in centro a Nairobi, cuore pulsante del Kenya. Si cambiano i soldi sotto l’Hilton Hotel, si acquistano sim card Safaricom all’ombra di un viadotto “made in China” che parte da Tom Mboya Street, perpendicolare di Kenyatta Avenue,  strada principale del centro di Nairobi. Un viadotto futurista o un piano regolatore che fa acqua?
Hakuna matata (nessun problema) vi diranno appena arrivati in Kenya… i problemi ci sono eccome, ma la quotidianità tende a superarli.
Karibu Afrika (benvenuti in Africa)! Il viaggio può iniziare.

Luca Marchina

http://bianconerokenya.wordpress.com/

Photo by Murad Swaleh on Unsplash

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