Il mio viaggio nell'ashram

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Il lungo periodo trascorso nell’ashram di Swami Veda a Rishikesh, è difficile da descrivere a parole e forse anche impossibile dato che le cose accadute e vissute sono molto profonde e personali. Anche solo una parola potrebbe svilirle.

Quello che sicuramente posso dire è che mi è apparso chiaro quanto incanto togliamo ogni giorno alla vita.

La depriviamo ogni volta che ci allontaniamo dalla natura, ogni volta in cui collezioniamo falsi impegni per riempire un vuoto, ogni volta che ci mettiamo una maschera per eseguire gli ordini della società, ogni volta che rifiutiamo di comprendere che siamo solo un’infinitesima parte del tutto.

Questo lo si capisce quando si fa a meno delle parole e si ascolta il silenzio. Quando ci si toglie le scarpe per sentire l’erba bagnata dalla rugiada. Quando si eliminano le sedie e ci si siede per terra. Quando si eliminano le cose “da fare” e si contempla lo spazio vuoto. Allora il profumo di un fiore è inebriante, i colori della natura sono sfavillanti, la semplice bellezza del mondo diventa stupefacente e il suono del respiro diventa melodia.

Per la maggior parte del mio tempo ho vissuto in una realtà limitata negli spazi: un giardino fiorito, la riva del Gange e la foresta dall’altra parte.

Ma in pur così poco spazio, le sorprese quotidiane erano illimitate: foschia mattutina, luce rosata dell’aurora, voli di lucciole, barriti di elefanti, luna che si specchia sull’acqua, sadhus (asceti indù) che si immergono nelle acque sacre ogni mattina, profumo inebriante di frangipane e scorrere tranquillo del sacro fiume Gange pronto ad accogliere le preghiere di chiunque passi per le sue rive.

Sara Cogliati

Leggi tutto il Viaggio in India di Sara

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