Sicilia, quindici giorni di tour nella bellezza

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Girare la Sicilia in senso antiorario in quindici giorni. Tornare sul luogo del delitto, facendo lo stesso percorso, sette anni dopo. Niente di troppo cruento, si chiaro. Ma quel giro della Sicilia, fatto partendo con un amico nell’estate del 2010, mi aveva fatto innamorare della Trinacria. Dei paesaggi, delle bellezze artistiche, della gente, delle contraddizioni e dei lati oscuri. Così si è deciso di replicare. Stesso schema, con una piccola differenza. Gli anni passano e quindi il viaggio da Bologna alla Sicilia in auto non ci sembrava pi tanto comodo.

Abbiamo optato quindi per l’aereo. A Catania, appena scesi, abbiamo noleggiato una macchina da Goldcar. Una scelta ripagata, dobbiamo dirlo. Per tariffe e per comodità del servizio. Una compagnia con più di 30 anni di esperienza nell’autonoleggio e con un forte progetto di espansione in tutta Europa. Se è così, meglio.  Particolarmente utile è il distributore di chiavi Key’n Go, il sistema di ritiro e riconsegna di auto a noleggio più rapido ed economico del mercato, e il servizio Click’n Go che consente di aprire e chiudere la portiera della macchina da mobile, evitando la e file in ufficio per ottenere le chiavi.

La tappa a Taormina andava fatta. Ed ora come allora l’impressione rimane quella di un gioiello ma non esclusivo. C’è poco da fare: troppi turisti. Quasi da pensare all’idea – che immaginiamo non facile – di mettere un limite giornaliero. Ma tant’è. Sulla direttrice Catania-Siracusa riaffioravano forti i ricordi. Catania dà l’impressione di essere una città diversa da altre siciliane. Con un respiro quasi più continentale. Ma rimane l’idea di chi ci si ferma massimo due giorni. Siracusa, in particolare Ortigia, è forse il posto dove mi fermerei. E dove il tempo si è fermato, senza danni. Tempo per andare alla Cavagrande del Cassibile e di immergersi nel barocco di Noto. Un luogo che merita la fama che ha, dove basta spendere mezza giornata per uscire rinfrancati. Poi via verso Agrigento, passando per Ragusa Ibla, dove gli echi moltabaneschi non si assopiscono. La valle dei Templi, uno spettacolo. Nonostante quello sfondo, quei mostri di cemento sullo sfondo.

Andiamo veloci, lo sappiamo. Ma vogliamo dare l’idea del tour. Senza dimenticare che Girgenti vecchia è comunque molto bella. Un cous cous a Mazara del Vallo, Selinunte, e poi su verso Palermo. Forse la vera e unica città della Sicilia, almeno per senso di caos e di sperdimento. Il giudizio rimane positivo: la visita a Ferragosto ad una Cappella Palatina non affollata, la beatitudine della Zisa in un pomeriggio assolato e stanco, i giri verso il mare e nei dintorni. Da Bagheria a Monreale. Palermo vale il viaggio anche per le contraddizioni che offre. Ultima uscita verso Trapani e Erice. Poi ritorno con tappa a Cefalù per riprendere l’aereo a Catania. In trenta righe, neanche, uno squarcio di Sicilia. Con un consiglio: andateci, tornateci. Non ne rimarrete delusi.

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