Singapore, l'Università dei cinesi

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 Una settimana fa sono stato invitato alla cerimonia di laurea di alcuni studenti della Cina Popolare che avevano completato i corsi presso la Nanyang Technological University di Singapore (NTU). Questa università, oltre agli studenti di Singapore, ha infatti più di 3.000 iscritti provenienti solo da paesi come Malesia, Indonesia, Thailandia, Filippine, Vietnam, Cina e pure, sebbene in misura minore, India.
 
La serata si e’ svolta totalmente in Cinese Mandarino, ed e’ grazie alla gentilezza dei miei ospiti, che traducevano molti passaggi dei discorsi oltre a conversare con me in inglese, che sono rimasto profondamente colpito da questo evento. Il nome stesso dell’Università’, “Nanyang” (南洋) è carico di significati per chi conosce questa parte del mondo: Nanyang è il nome cinese per descrivere la regione geografica a sud della Cina, in particolare il Sud-Est asiatico. Letteralmente significa “Oceano meridionale”, (in contrapposizione a Xiyang (Oceano Occidentale), che si riferisce al mondo occidentale, e Dongyang (Oceano Orientale), che si riferisce al Giappone. Il termine “Nanyang” è entrato in uso comune in auto-riferimento alla grande ondata migrante cinese nel Sudest asiatico, cioe’, per essere più precisi, in Malesia, Indonesia, Thailandia, Filippine, Vietnam oltre che a, naturalmente, Singapore. Se quindi la Cina e’ in Cinese mandarino “Zhongguo” (中国), il Paese Centrale ovvero, il centro del mondo, l'”Oceano meridionale” è tale rispetto al “paese centrale”, è una sua dipendenza, un po’ come per i Romani il Mediterraneo era il “Mare Nostrum”. 
 
Singapore e’ una creatura anfibia, può respirare sia con i polmoni dell’occidente capitalista ed anglosassone moderno, che con le branchie cinesi che le sono state innestate ai tempi delle prime immigrazioni. Viene da sé, quindi, che i Cinesi della Cina guardino con forte interesse a questa piccola democrazia guidata capace di ottenere un successo mondiale. Singapore, nonostante le sue dimensioni limitate, e’ un punto focale di riferimento di eccellenza per la vasta umanità Sinocentrica. Da un lato in Cina i due momenti storici del Grande Balzo in Avanti prima e della Rivoluzione Culturale poi, hanno fatto tabula rasa delle competenze tecnico industriali creando grave sottosviluppo e miseria fino almeno al 1979, quando la Cina si é aperta al mondo esterno e ha scelto di aderire all’economia di mercato; dall’altro lato abbiamo i Cinesi d’oltremare che non sono mai stati condizionati dal modo di vita imposto dalla Cina Popolare e sono arrivati a costituire nel Nanyang un segmento particolarmente importante di ogni contesto urbano, dalla piccola città alle metropoli del sud-est asiatico, dove ogni cinese si trova al centro degli affari
 
Il collegamento tra i cinesi d’oltremare del sud-est asiatico è inestricabilmente legato al loro successo politico, economico come rete di mercanti, commercianti, mediatori e imprenditori cominciato durante il periodo coloniale. Oggi l’élite coloniale di 60 anni fa è stata sostituita in tutti i Paesi indipendenti da una nuova élite nazionalista incapace di affrontare la modernità e la globalizzazione a beneficio di tutta la popolazione, proprio perché la base di potere di queste élite si fonda sull’ignoranza della maggior parte delle popolazioni autoctone e sulla soggezione a dogmi e credenze arcaiche che un’istruzione adeguata rimuoverebbe.
(Nella foto: Tian Tian Hao Shi, ogni giorno sia buono)
 Qui i cinesi d’oltremare entrano in gioco svolgendo benissimo, come hanno sempre fatto, il ruolo di interfaccia tra il Paese del Sud Est Asiatico che li ospita ed il resto del mondo. Se precedentemente il virtuosismo cinese degli affari, l’abilità di spremere un dollaro su quindici centesimi era limitato, a causa della guerra fredda, solo al mondo del Nanyang (piu’ di mezzo miliardo di persone), adesso c’e’ l’interazione tra questo mondo ed il suo “centro”: la Cina (piu’ di un miliardo di persone).
E al centro di moltissime di queste interazioni c’e’ Singapore, dove i Cinesi non sono “ospiti”, come in tutte le nazioni circostanti, ma costituiscono la maggioranza dela popolazione. Non secondaria, l’istruzione rimane il biglietto per lo sviluppo socio-economico.
 
L’industria dell’istruzione a Singapore e’ un business molto lucrativo ed intelligentemente pensatoI Cinesi tendono a fidarsi solo dei Cinesi. L’Università NTU organizza in Cina degli Eventi per attrarre gli studenti trasmettendo questo messaggio: “noi siamo come voi, ed in più abbiamo un capitale di esperienza di successo da condividere con voi, perché capiamo come la pensano gli Occidentali che, fino a pochi anni fa, dominavano il mondo. Se volete quindi imparare a gestire il mondo che avete appena conquistato, venite a studiare a Singapore”. Gli studenti non Singaporiani possono scegliere se pagare le quote di iscrizione piene o se averle ridotte a quasi un quinto del costo totale sottoscrivendo l’obbligo di lavorare, a laurea presa, per un certo periodo di tempo presso un’azienda di Singapore. In questo modo non solo non c’è la “fuga dei cervelli” ma si reimpiegano in loco a basso costo dei tecnici specializzati. Seduto al mio tavolo alla mia sinistra c’e’ un maestro di kung fu. Mi dice che a metà evento farà una dimostrazione. Sorride sempre ed è molto curioso. Altre persone sedute con me sono le mie amiche della Cina Popolare che lavorano nell’amministrazione Università.
 
Arriva un corteo di camerieri che tra musiche trionfali comincia a distribuire sulle tavole rotonde i vari piatti. Tra un piatto e l’altro, si susseguono gli interventi del decano, del rettore e di vari notabili dell’Università. Le donne al mio tavolo sogghignano. Hanno un po’ di disprezzo per questi discendenti di immigrati dal Sud della Cina. Pur non parlando io ancora cinese, ne intuisco presto il motivo e propongo, in inglese: -la signora in tribuna non sa parlare, giusto? Ridete per questo?-  Yuyu mi risponde: -Eh sì, hai colto al volo: la tua pronuncia, Giovanni, pur sapendo solo poche parole, è più chiara.-. Il mastro di kung fu aggiunge; -il colonialismo britannico gli ha fatto perdere le radici: sanno solo il loro dialetto meridionale e non conoscono il Mandarino-, poi sorride ancora (sorride sempre!) e riflette: -pero’ abbiamo bisogno di loro perchè loro conoscono l’Occidente-.
Giovanni Lombardo

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