Un ferragosto magico, tra spiriti e lanterne

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La scorsa settimana ho avuto modo di assistere a quella che mi è stata descritta come una delle tradizioni spirituali più importanti del Giappone. Si tratta dell’O-bon, una celebrazione buddista in onore degli antenati defunti, i cui spiriti tornano a far visita alle loro famiglie.

Originariamente l’O-bon aveva luogo intorno alla metà del settimo mese del calendario lunare. Oggi viene celebrato in momenti diversi a seconda delle località del Giappone ma nella maggior parte dei casi coincide con il nostro ferragosto. Qui a Yonago si è tenuto infatti dal 14 al 16 agosto.

Molti giapponesi in questa occasione tornano nella loro città natale per riunirsi alla loro famiglia e celebrare insieme i riti legati a questa tradizione religiosa.

L’O-bon si svolge in circa tre giornate. Il primo giorno, in attesa degli spiriti degli antenati, le case vengono pulite e si appendono delle speciali decorazioni, per accogliere questi importanti gli ospiti. Sempre all’interno delle case, vengono allestiti dei piccoli altari con delle offerte di cibo. Sugli altari o all’ingresso si accendono delle lanterne che rappresentano i “fuochi di benvenuto” e servono ad aiutare gli spiriti a ritrovare la via di casa. Il secondo giorno le famiglie visitano i cimiteri dove pregano per i loro defunti, poi pranzano in loro compagnia (o meglio, in compagnia dei loro spiriti), offrendo loro del cibo. Il terzo giorno gli spiriti tornano nell’aldilà e in questa occasione si svolge la cerimonia più suggestiva. Per guidare gli spiriti degli antenati nel viaggio di ritorno verso il loro mondo vengono poste delle lanterne galleggianti sull’acqua dei fiumi, dei laghi o del mare lasciandole trasportate dalla corrente.

Martedì scorso, uscendo dal campus, che è proprio accanto al parco sul lago Nakaumi, ho sentito dei canti risuonare da un altoparlante e, spinta dalla curiosità, mi sono avviata lungo la strada che conduce alla riva del lago. Per l’occasione, ai lati di questa strada vi erano una serie di bancarelle che proponevano cibi, bevande, giochi per bambini. In fondo, di fronte alla scalinata su cui termina la strada, c’era un gruppo di monaci che si alternavano ai microfoni, intonando canti e preghiere. Al centro della scalinata erano state sistemate due enormi ghirlande di fiori bianchi, due grandi bracieri e due altari pieni di candele. Le persone si fermavano ad accendere una candela, a pregare a mani giunte di fronte ai fiori, e poi salivano sulla riva del lago per attendere la cerimonia delle lanterne.

Così anch’io mi sono seduta lì, ad osservare l’orizzonte impaziente di assistere alla magia. Appena tramontato il sole, da una piccola imbarcazione sono comparse, una ad una, tante lucine colorate. Un po’ alla volta quelle timide luci hanno dato origine ad una sorta di nuvola galleggiante che si spostava pian piano, avvicinandosi alla riva e dando luogo a graziosi giochi e dondolii di luci. Uno spettacolo indimenticabile.

Susi Zatti

Decorazioni per la cerimonia finale dell’O-bon

 

I monaci buddisti… e le bancarelle

 

Le lanterne in progressivo avvicinamento alla riva

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