Viaggio tra i castelli della Baviera

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foto(2)Una vacanza in Baviera tra il verde riposante del paesaggio ondulato, qualche mucca che fa colazione con l’erba ancora bagnata di rugiada e molti castelli della Strada romantica, la Romantische strasse dei tedeschi. Un ferragosto per fuggire dall’afa della pianura padana e dallo smog della città. Ci si alza presto in Baviera e si va di prima mattina ai castelli per evitare la coda chilometrica e la ressa delle visite guidate e dei gruppi.

Si comincia il pomeriggio del 15 col castello di Linderhof dove riscopro il  personaggio Ludwig di cui avevo letto nei manuali di storia, il sovrano della Baviera vissuto poco più che 40 anni tra il 1845 e il 1886, anno in cui fu trovato morto annegato col suo medico di fiducia nel lago di Stamberger, 20 km a sud di Monaco. Una storia enigmatica quella di Ludwig che forse i più, almeno in Italia, conoscono per ben altri motivi o per il celebre film con due bravissimi attori importanti nel cast, Romy Schneider, Helmut Berger, Umberto Orsini, Silvana Mangano, film che Luchino Visconti girò qui in Baviera appunto nel lontano 1973 oppure, peggio per la sigla con cui si firmava la Banda Ludwig formata dal padovano Marco Furlan e dal tedesco di Dusseldorf Wolfgang Abel, due serial killer che commisero omicidi nel nord-est dell’Italia, in Germania e in Olanda tra il 25 agosto 1977 e il 7 gennaio 1984, rivendicando i propri crimini con la loro matrice neonazista.

Un folle il povero Ludwig che divenne re di Baviera dopo l’abdicazione di suo padre, il re Massimiliano II, il 10 marzo del 1864: divenne negli foto(4)anni sempre più misantropo, tanto da rifiutare all’improvviso e senza spiegazioni le nozze allora importanti con la sorella dell’imperatrice Sissy la nota Sofia Carlotta; ruppe i rapporti due giorni prima delle nozze e non se ne è mai saputo il perché. Questo è uno dei tanti misteri della sua vita…e i bavaresi si guardano bene dallo studiarne la figura e approfondirne le cause e le ragioni; si sa che i misteri attraggono i turisti!!

Da Lindherof, una delle dimore volute dal re Ludwig al grande e fiabesco castello di Neuschwanstein, quello cui si ispirò Disney per la sua Cenerentola a fumetti per poi passare a quello di fronte che aveva costruito suo padre, il castello di Hohenschwangau: padre e figlio si vedevano dalle finestre l’un con l’altro, anzi si guardavano in cagnesco. A Ludwig piaceva sempre più Wagner e la sua musica, si era ormai rinchiuso nel mito delle leggende medievali del Parsifal, l’anello dei Nibelunghi e quanto riconduceva al mito e alle saghe epiche dell’antica Germania.

foto(3)Apprezzo la perfetta organizzazione dei tedeschi: si entra solo all’orario che sta scritto sul biglietto, non un minuto prima non uno più tardi e la guida ti apre la porta davanti e te la chiude alle spalle, fa partire il disco registrato con le informazioni in lingua italiana e si procede di fretta. Non si sgarra di un secondo o di un passo; non toccare, non parlare, non respirare… Non so se rimpiangere la leggerezza degli italiani, il fatto che nei musei entri ed esci quando vuoi, che non trovi le didascalie, ma sei libero di muoverti e di andare avanti e indietro, di fermarti davanti ad un particolare o di sorvolarne un altro. Certo che questa è un macchina per fra soldi altro che castelli da favola….Eppure la malìa continua e si sposta sulle pareti delle case: tra Fussen, Ettal, Bad Tolz, Oberhammergau, qui i cittadini facevano e fanno a gara a dipingere le case all’esterno con storie varie, quelle della passione di Cristo, quelle delle favole dei fratelli Grimm, quelle a tema libero come i lavori della campagna e dell’artigianato: è la famosa tecnica della “pittura d’aria” (Luftmalerei).

Già il lavoro: vi è dedicato persino un albero nelle piazze di ogni paese, paesotto e paesino, l’albero che si chiama anche di maggio perché in questo mese cade la festa del lavoro per l’appunto. E attorno ad essa fioriscono leggende, si son formate consuetudini popolari, si divertono gli abitanti della comunità nei giorni di festa cogli abiti colorati, le trine e i merletti.

foto(5)Un passaggio in barca e un Caronte tedesco biondissimo, in vestito di velluto verde e marrone, con pantaloni alla zuava mi porta nell’isola delle Rose al centro del lago Stamberger si trova la Roseninsel (Isola delle Rose) dove in un delizioso villino (Casino), aperto al pubblico da maggio ad ottobre, Ludwig ha ricevuto Richard Wagner, la zarina di Russia e si incontrava con l’amata cugina Sissi, che trascorreva le vacanze nel castello di Possenhofen e in seguito, diventata imperatrice, in un elegante albergo a Feldafing, oggi ribattezzato Hotel Kaiserin Elisabeth, che ospita nel parco una statua di Elisabetta. Mi inebrio di profumo di rosa c’è la Damascena, la Muscosa, la Bourbon, la Gallica, la Centifolie…mentre passeggio mi sento avvolgere dal loro profumo e mi perdo nel mondo di favola che i castelli suggeriscono alla fantasia e all’ immaginazione.

foto(6)Ma ci pensano i ristoratori a riportarmi alla realtà, servendomi piatti dai gusti decisi e sapidissimi; nonostante le mie insistenze a voler solo un po’ di riso o al massimo a prendere una fetta di strudel di mele, non sia mai che me ne vada senza aver assaggiato la loro zuppa di cipolle o di patate o di piselli o un primo di canederli al semolino, o un secondo di carne con porzione abbondante di crauti e di patate. Arrivo all’ultimo giorno che avrei solo bisogno di un po’ di frutta, ma qui al ristorante è roba per smidollati o femminucce. Mi adatto e apprezzo l’ospitalità del Bayer, anzi mi ritrovo spesso col naso affondato nella schiuma di un boccale di birra: ad Ettal dove i monaci dell’abbazia producevano distillati e birra in gran quantità era consigliato dai medici bere la bevanda dal color d’ambra piuttosto che l’acqua, era meno inquinata e gli ingredienti erano certificati naturali. La provo e confermo la bontà…

Ne gusto ancora il sapore aromatico e, mentre sfoglio la guida dei castelli, torno a pensare al povero re Ludwig, nei suoi quasi due metri di altezza, così fragile, debole, incompreso come suo fratello, per altro internato a 24 anni. Ludwig gli ultimi anni si era ingrassato e sformato, una malattia gli aveva fatto cadere tutti i denti e non vedeva più nessuno: era diventato un orso di quelli che talvolta compaiono anche nei boschi lassù. Si faceva portare il cibo ai piani alti del castello su un saliscendi così che nessuno lo vedesse. Omosessuale o no? Anche qui un altro mistero da mantenere velato così anche i turisti più curiosi indugiano ad apprezzare il territorio con le sue fiabesche bellezze e a vivere un po’ del romanticismo che la natura suggerisce.

Un viaggio da fare in due: un lui e una lei, alla faccia di quel Ludwig un po’ effeminato e, forse, troppo sensibile ai giovinetti…

Bruna Mozzi

 

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