Neve, Londra in tilt come Roma (ma con meno scuse)

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A Londra c’era la neve, il fumo saliva lento, nei campi tante persone che ora splaf! Bamp! Ping! Un’esibizione preolimpica ravviva le strade del centro il sabato sera con s-ciaf!, una sarabanda di cadute artistiche del team cittadino dei soliti imbriagoni. Scivola il giovine, impreca il grassone, s’accende d’allegria la fermata del bus, e di sonori schiaffoni, mentre il trasporto pubblico è paralizzato nel panico. Londra come Roma, basta una spruzzata di neve e la città intera va in tilt, ma se la nostra ladrona in fondo in fondo è pure giustificata – si tratta comunque di un evento meteorologico straordinario – la capitale britannica non ha scuse: ogni anno è la stessa storia. Scompaiono i bus, si ferma la metro, chiudono le scuole, girandolano le auto, girano i flippp!, un altro scivolone. E se ci pensi, per una nazione letteralmente ossessionata dal tempo, che rappresenta non un banale pretesto di conversazione, ma colonna portante dei rapporti umani, è sconvolgente lo stupore ebete con cui gli inglesi ogni inverno rimangono imbambolati davanti alla prima nevicata. Che il riscaldamento globale sia frutto di un segreto complotto per liberare Albione dal gelo? Non ci è dato sapere, così come non è chiaro perchè nessuno mostri la volontà di affrontare la questione per tempo. O forse semplicemente gli inconvenienti di questi giorni sono comunque più convenienti di costose manovre preventive.

Davide Miozzi

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