Alcune immagini si ripetono

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Alcune immagini si ripetono!
Mi capita spesso di ritrovare in persone tra loro distanti ed estranee, espressioni di sentimenti e atteggiamenti identici.
Osservo i contenuti di alcune mie fotografie scattate in tempi diversi e luoghi lontani e con stupore noto come in esse vengano fermate le stesse emozioni, a volte ritrovo addirittura anche le stesse forme fisiche, le stesse movenze nei soggetti.
Questo mi fa pensare ad un minimo comune denominatore presente in tutti.
La capacità di provare sentimenti e di esprimerli allo stesso modo, ovunque le persone vivano e a qualunque cultura e storia siano legate.
Una lingua comune, una forma di comunicazione indipendente, universale che tutti noi siamo in grado di comprendere ed esprimere.

Penso ad una madre che accudisce il proprio bambino.
A due innamorati che si baciano.

Amore e Odio.
I sentimenti più diffusi e meglio distinguibili che tutti noi conosciamo e almeno una volta abbiamo provato.
Per ora voglio farvi vedere alcune immagini in cui penso di essere riuscito a fermare l”Amore”, nonostante l’Odio.
“Amore materno”

Chad, campo profughi, ospedale da campo.

Le foto  sono state scattate nel 2004 in Chad. Il paese africano che confina con il Sudan/Darfur. Nel 2003 le popolazioni del Darfur che ancora non avevano completamente guarito le ferite dell’ultima  guerra civile  si ritrovarono ad  affrontare una nuova crisi  militare. Il 23 febbraio 2003 i ribelli dello JEM, accusando il governo di Khartoun di discriminare le popolazioni non arabe, dichiararono ufficialmente aperte le ostilità  con la rivendicazione dell’attacco ad una postazione militare a Golo. L’esercito governativo nei primi mesi del conflitto si trova in netto svantaggio, colleziona una serie impressionanti di sconfitte, la più clamorosa delle quali il 25 maggio del 2003 ad Al Fashir dove in un attacco notturno i ribelli annientano un’intera guarnigione, distruggono a terra aerei Antonov ed elicotteri da guerra .

A quel punto il governo sudanese cambia strategia, affida le operazioni sul campo alle milizie Janjaweed, che attrezzate con armamenti moderni e artiglieria, appoggiate dall’aviazione mettono a ferro e fuoco la regione costringendo un milione di persone a lasciare le proprie case. Distruggono villaggi, uccidono gli uomini e stuprano le donne. Molti hanno definito queste azioni genocidio. Pulizia etnica. Nello stesso anno circa 100 mila sudanesi si trasformano in profughi, attraversano il confine con il Chad dove vengono allestititi i primi campi per rifugiati.

Chad, campo profughi.

Nicola Fossella

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