Alla Biennale nasce il Centro di ricerca sulle arti contemporanee

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Si chiama Centro Internazionale della Ricerca sulle Arti Contemporanee il nuovo progetto partorito dalla Biennale di Venezia. Ad annunciarlo, martedì 5 ottobre, è il presidente della Biennale, Roberto Cicutto, in trasferta a Dubai per l’inaugurazione del Padiglione Italia di Expo 2020 (rinviata di un anno causa pandemia).

Il nuovo Centro nasce dal potenziamento delle attività dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC), già impegnato nella ristrutturazione di una nuova sede all’interno dell’Arsenale, contigua agli spazi delle Mostre e alla Biblioteca dei Giardini. Il bacino di partenza consiste nei materiali custoditi nell’Archivio Storico, in continua espansione non solo per le attività proprie della Biennale ma anche per l’acquisizione di fondi terzi.

Una mappa geopolitica degli artisti in Biennale

La prima ricerca messa in cantiere è la “Mappa Geopolitica degli artisti che hanno partecipato alle Biennali negli ultimi 20 anni, dal 1999 al 2020”, che vedrà al lavoro studenti e docenti di IULM – Libera Università di Lingue e Comunicazione, Sapienza Università di Roma, Università IUAV di Venezia, Università Ca’ Foscari Venezia, Accademia di Belle Arti di Venezia e Conservatorio di Musica Benedetto Marcello Venezia. Obiettivo finale è la definizione di una raccolta ordinata di dati condivisa che consenta ai ricercatori di comunicare e di ampliare i confini dei loro studi.

Nell’ambito di questo nuovo progetto La Biennale di Venezia ha intenzione di dilatare il dialogo fra i curatori dei diversi Dipartimenti sui temi e i contenuti che hanno attraversato la storia della Biennale dalla sua fondazione a oggi. In parallelo, La Biennale si pone l’obiettivo di sviluppare attività di studio su un duplice binario: quello della ricerca pura che parte dalla ricostruzione storica e quello che indaga l’influenza nel vivere civile che lo sviluppo delle arti può produrre.

Gli studenti selezionati da ogni università e istituto, parteciperanno a workshop della durata di tre mesi, uno di questi all’interno dell’Archivio della Biennale, secondo un programma concordato.

Foto Shutterstock

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