Case e strade, strade o case: vivere e spostarsi a Parigi nel 2025 (forse)

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Il ritardo acquisito causa non pochi problemi alla Parigi dei work in progress e se costruisci prima le case e poi costruisci le strade, quando devi costruire le strade è un bel casino.

Un problema che in realtà dalle nostre parti è ben noto nei suoi peggiori effetti collaterali e che ovunque denota una certa scarsità di progettualità. Il giorno che fai insediare migliaia di persone in un posto o che le disperdi per praterie sterminate magari è il caso di pensare anche a come farle spostare.

Uno dei dettagli più curiosi di Parigi, alias degli squilibri che si porta a spasso, è una densità abitativa di 21.000 ab/Km. Per trovare qualcosa di analogo bisogna andare a Bombay o a Shanghai. Se invece si considera l’area metropolitana questo numero scende precipitosamente.

Una marea di gente, messa un po’ qua e e un pò là, e un centro preso d’assalto. La speculazione edilizia pare essere geneticamente ben radicata in questa città. Si continua a costruire, ma la domanda è così alta che i prezzi delle case aumentano ancora e ancora. Negli arrondissements centrali si viaggia in scioltezza sopra i 20.000 euro/m2 , mentre in quelli esterni i prezzi aumentano a ritmi forsennati – dal 10 al 15% l’anno – . Ormai di spazio non ce n’è più. Ma non si desiste. Infatti a qualcuno è venuta la brillante idea di coprire i ventuno binari della Gare d’Austerlitz per impiantarci dei nuovi palazzetti.

Si comincia quindi con una grande operazione di maquillage per rendere la capitale più avveniristica – in sintesi una vagonata di vetro – . Molti interventi, funzionalmente distinti, sparsi su tutta l’area metropolitana: alloggi, parchi, centri di ricerca, uffici, scuole, installazioni artistiche, e via di seguito. Qui è molto difficile da riassumere nei dettagli, ma in realtà si tratta di un lavoro enorme e molto capillare che dà una altrettanto consistente ventata di modernità.

Case nuove o vecchie e uno studio per tutti, o quasi. Tutti belli pigiati, vicini vicini, o in comode villette.

Tanta gente insomma, che un bel giorno, deve anche uscire di casa ed è sul fronte infrastrutturale, infatti, che si sta giocando in buona parte la “sfida” de la Grand Paris.

Oggi prendi la tua metropolitana e se ti muovi sulla Rive droite quasi nessun problema, se invece attraversi la Senna, si palesa il primo dei grandi squilibri del trasporto pubblico parigino. La Rive gauche ha poche linee e costruite tardi, ci sono voluti 8 anni e tre linee per realizzare la prima che attraversasse la Senna (1908). Un altro buon indicatore è la posizione in cui sono state costruite le nuove linee del tram che fanno quasi un anello intorno alla città. Le prime due (nord ed ovest) sono state costruite in banlieue, mentre la terza che percorre il sud della città è dentro il territorio comunale.

Visto che le linee di metropolitana sono molto brevi e, salvo poche eccezioni, non escono considerevolmente dalla périphérique, se ci si sposta in banlieue bisogna fare i conti con il Transilien (treni regionali “normali”) o con la RER (Rete espressa regionale). Quest’ultima, costruita a partire dagli anni Cinquanta, ha oggi cinque linee ed è ha raggiunto la saturazione. La linea A, ovest-est, ha un treno al minuto nelle ore di punta e il traffico è così intenso che usano un satellite per assicurare una distanza adeguata tra due convogli successivi. Sulla linea B è il volume di passeggeri che ha superato la soglia critica. Il sovraccarico della linea lascia le impronte (di mani) di sudore sul soffitto quando ancora ha un senso cercare un “appiglio” da qualche parte, altrimenti dimostra tutta la sua comodità di servizio nel non rendere necessario aggrapparsi da nessuna parte.

Un po’ Paris e un po’ Grand Paris. Dentro e fuori la périphérique.

Nel 2007 è partito il servizio Vélib’, un bikesharing efficientissimo: 1200 stazioni, 20.000 biciclette e più di 200.000 abbonati. Peccato solo che la rete non uscisse dalla périphérique (quando si dice vedere in profondità). Il 2 dicembre 2011 è nato invece il gemellino Autolib’ che a regime conterà 3000 auto per 1200 stazioni. Sto giro tra Parigi e altri 46 comuni dell’Ile-de-France che hanno creato una società di gestione mista.

(Parentesi: un giocattolino fantastico. Macchinetta elettrica super silenziosa. Per abbonarsi ci sono delle stazioncine in vetro, entri, parli con uno schermo, un’operatrice raccoglie i tuoi dati e scannerizzi sul momento patente, etc. Un piccolo assaggio di futuro).

Si tratta dell’ultimo intervento realizzato, ma molti altri cantieri sono già aperti: cinque linee della metropolitana e tre del tram hanno in costruzione il loro prolungamento; altre quattro nuove linee del tram sono in via di realizzazione e due ancora allo studio. Ma le opere faraoniche sono l’Arc Express e il Réseau de transport public du Grand Paris; 175 km di metropolitana interamente automatizzata che vanno ad aumentare del 70% l’intera rete di trasporto pubblico locale. Due anelli giganteschi: uno intono a Parigi e l’altro a Sud-Est tra loro intersecati che, con qualche collegamento interno e verso alcune destinazioni particolari, mettono in rete più o meno tutto: città della prima corona, città della seconda corona, aeroporti, stazioni, stazioni TGV, centri di nuova costruzione.

Una nuova rete viaria quasi monumentale per una Parigi metropolitana, ma nonostante si stiano costruendo le strade, si stanno ancora costruendo le case.

Mattia Gusella

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