NY, Roma e Amsterdam, i "city maker" fanno la città bene comune

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Nella giornata di chiusura della decima edizione del festival Internazionale a Ferrara, ha preso vita al Teatro Nuovo un’iniziativa proiettate verso il futuro e verso l’innovazione sostenibile dei centri urbani. A confronto “city marker” New York, Roma e Amsterdam. L’inizio è toccato a Sheila Foster, in rappresentanza della Fordham University di New York. «Stiamo lavorando a diversi progetti, che mirano alla creazione di “beni comuni” e al messaggio ad esso collegato. Partendo dall’ampliamento della connessione internet nei quartieri degradati di New York, per poter garantire a tutti servizi in rete che altrimenti non sarebbero di facile accesso – spiega Foster -. Abbiamo concentrato la nostra attenzione ai quartieri della Big Apple più degradati come Bronx e Harlem, attraverso il progetto Silicon Harlem. Siamo riusciti ad avere l’appoggio delle istituzioni e dei professionisti, che hanno messo a disposizione la loro professionalità e le loro risorse. Abbiamo anche istituito un laboratorio urbano nel Bronx, quartiere nel quale ha una delle due sedi la Fordham University, proprio per incentivare la nascita di un polo imprenditoriale nel quartiere».

«Ognuno dei nostri progetti – conclude Sheila Foster- ha la finalità di riqualificare le zone degradate e le periferie abbandonate, cercando di unire l’aspetto sociale a quello imprenditoriale e di valorizzazione del luogo in maniera collaborativa». Dopo il lungo intervento della docente americana, la parola passa alla giornalista di Nova 24, moderatrice dell’evento Alessia Maccaferri, che sottolinea l’importanza di percepire le città come beni comuni e di riappropriarci, come cittadini di tutti i quartieri, aiutandoci con le nuove tecnologie, sviluppate in tutti i settori che possono contribuire alla realizzazione di un’iniziativa di riqualificazione urbana.

A questo proposito interviene Christian Iaione, professore associato di diritto pubblico all’università Marconi di Roma, e di governance dei beni comuni, sharing economy, diritto e politiche urbane presso la LUISS Guido Carli nell’ambito del programma LabGov. «Il progetto per la riqualificazione del parco di Centocelle a Roma sta portando a traguardi interessanti – dice Iaione – e ha dato l’opportunità concretamente alla cittadinanza di riavere il proprio parco, liberato dalla sporcizia e risanato dal degrado. C’è un valore aggiunto, i giovani lavorano al servizio della comunità, cercando di sviluppare nuove forme di economia e business. Il nostro lavoro non si limita solo a Roma, ma abbiamo al nostro attivo importanti collaborazioni a Bologna, Reggio Emilia e Battipaglia. Ma la vera sfida sarebbe quella di applicare il nostro metodo per rigenerare un apparato istituzionale sempre meno attento alle tematiche che noi stiamo cercando di portare avanti e che è spesso vittima di meccanismi burocratici farraginosi e inutilmente complicati».

Il testimone passa poi all’architetto Massimo Lepore dello studio TAMassociati, esperto in ambito di riqualificazione architettonica e urbana, dell’analisi dei processi di trasformazione sociale e urbana nonché uno dei curatori della Biennale di Architettura di Venezia 2016. «Il messaggio che bisogna veicolare per far si che ci sia una forte consapevolizzazione sul tema del recupero urbano e della riqualificazione di determinati luoghi – spiega Lepore – è che annesse all’attività architettonica in senso stretto ci sono una serie di componenti di tipo sociale che rendono unici i nostri progetti. Ne è un esempio il lavoro svolto dagli architetti in collaborazione con l’associazione Libera per recuperare gli edifici e i luoghi confiscati alla mafia».

Gli input forniti da Lepore servono da spunto per l’intervento conclusivo dell’evento, che tocca a Johachim Meerkerk, che si definisce parte della categoria da lui stesso coniata e declinata durante la conferenza: quella dei “city maker”. «Ad Amsterdam abbiamo fondato una piattaforma per mettere in comunicazione quella parte di cittadinanza che voleva riappropriarsi del suo quartiere e che cercava stimoli e idee per farlo – racconta Meerkerk -. Abbiamo organizzato una serie di eventi da dieci anni a questa parte in merito alle grandi questioni dell’urbanizzazione intelligente, in ambito generale, ma dal 2012 ci siamo dedicati maggiormente alla nostra città attraverso eventi, incontri e confronti nei quali dibattere e mettere in campo in modo paritario e democratico le proprie capacità e le proprie necessità. I City makers sono coloro che si dedicano alla città e la modificano e la migliorano in maniera creativa e il nostro obiettivo è quello di creare un network per mettere assieme tutti i city makers d’Europa».

Federico Di Bisceglie

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