Cortina 1956: le prime Olimpiadi italiane

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Da pochi giorni sono iniziati i non fortunatissimi mondiali di sci alpino di Cortina. Tra nebbie, abbondanti nevicate e cattivi presagi, il calendario è stato rivisto e si spera che le gare possano tutte svolgersi regolarmente. Ma se le edizioni dei campionati mondiali di sci tenutisi a Cortina non generano grande entusiasmo, in vista delle Olimpiadi Invernali 2026 non è difficile trovare precedenti molto più benauguranti.
Le Olimpiadi di Cortina del 1956, infatti, furono un enorme successo planetario, anche se iniziarono con un capitombolo: durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali del 1956, infatti, il tedoforo Guido Caroli stava portando con stile impeccabile la torcia olimpica mentre procedeva pattinando in scioltezza all’interno del nuovissimo stadio del ghiaccio di Cortina nonostante sapesse di avere gli occhi di tutti gli italiani su di lui, visto che era la prima volta che la Rai trasmetteva in diretta un evento sportivo su tutto il territorio nazionale
Proprio le necessità televisive, però, avevano costretto gli organizzatori a far passare un cavo lungo la pista su cui stava plasticamente pattinando il buon Caroli, il capitombolo fu, perciò, inevitabile. (I più sadici lo possono rivedere in questo video d’epoca (minuto 3.55) .
Come detto, però, l’incidente non fu però di cattivo auspicio, perché, non solo le Olimpiadi invernali di Cortina furono un grande successo, ma finirono per spianare la strada a quelle estive che si sarebbero tenute a Roma quattro anni più tardi.
Inoltre, furono le prime Olimpiadi organizzate sul suolo italiano, ma per spiegare meglio cosa significasse organizzare un evento simile nel 1956, è meglio lasciare spazio ai numeri.
Alle settime olimpiadi invernali di Cortina parteciparono 821 atleti, (132 donne e 689 uomini) di trentadue paesi diversi (gli atleti italiani erano 79).
Tutte le gare si svolsero dal 26 gennaio al 5 febbraio in dieci impianti sportivi differenti. Le competizioni di pattinaggio artistico si tennero allo stadio del ghiaccio di Cortina, e fu l’ultima volta che questa disciplina olimpica si disputò in un impianto all’aperto.
Le discese di sci alpino si tennero, invece, su quattro piste diverse: Canalone, Col Drusciè, Ilio Colli e Olimpia, mentre il pattinaggio di velocità si corse in un ambiente incantevole: il lago di Misurina.
Passando ai risultati, il medagliere conclusivo segnò il trionfo degli atleti sovietici che portarono a casa sette medaglie d’oro, tre d’argento e sei di bronzo, precedendo l’Austria che si aggiudicò quattro medaglie d’oro di cui ben tre vinte da Toni Sailer chi si aggiudicò tutte le prove di sci alpino (Discesa, gigante e slalom). Il terzo posto del medagliere fu appannaggio della Svezia (due ori, quattro argenti e quattro bronzi) che precedette Finlandia, Stati Uniti, Svizzera, Norvegia e, al settimo posto l’Italia che vinse un oro (con Lamberto Dalla Costa e il palermitano Giacomo Conti nel bob a due) e due argenti (uno con Eugenio Monti e il cortinese Renzo Alverà sempre nella gara di bob a due, e l’altro sempre con Monti e Alverà, nel bob a quattro, insieme a Renato Mocellini e a un altro cortinese Ulrico Girardi).
Oltre che con l’oro, i vincitori vennero gratificati con l’incisione del proprio nome sulla lapide posta all’ingresso dello stadio del ghiaccio.

MB

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