E se fosse stata la techno ad unire Berlino?

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Ventitré anni fa, in una Berlino ancora divisa dal muro, cominciò a diffondersi un nuovo genere musicale, importato dagli Stati Uniti. Con i suoi suoni bassi e pesanti, violentemente elettronici e volutamente ripetitivi, la techno suscitò fin da subito la sua “attrazione fatale” sui giovani berlinesi.

C’era, al tempo, una differenza fondamentale: mentre a Berlino Ovest nascevano i primi club, seminterrati sporchi e bui dove il “dj set” era composto da due casse e qualche luce strobo, nella parte sovietica della città i ragazzi erano costretti a procurarsi i dischi illegalmente, limitando la nascente passione musicale tra le mura delle loro camere.

Non appena il muro cadde, però, i giovani berlinesi dell’Est e dell’Ovest si ritrovarono a ballare insieme, condividendo la passione per i beat di quella che, in quel periodo, era ancora conosciuta come Acid House. Oggi un libro, intitolato Der Klang Der Familie, (“Il suono della famiglia”) rivisita la nascita della scena techno berlinese in chiave politica e sociologica, sottolineando l’importanza che il genere musicale avrebbe rivestito nel processo di unificazione della città tedesca.

Leggi l’articolo di Valerio Bassan su Il Mitte

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