Viaggio nei boschi, a prova di assembramento. Ecco 3 proposte a NordEst

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Otto aree boschive da visitare. Un’opportunità per rigenerarsi immergendosi nella natura rispettando, allo stesso tempo, le regole anti assembramento. Le suggerisce FSC Italia, organizzazione che si occupa di gestione forestale sostenibile. E tre di queste aree sono a NordEst, fra Veneto e Trentino.

«L’Italia – spiega Diego Florian, Direttore di FSC Italia – è stata il primo Paese al mondo, due anni fa, a certificare i servizi naturali offerti dalle foreste in base a cinque criteri ben definiti e misurabili: oggi abbiamo già oltre 19 mila ettari di boschi, distribuiti fra Triveneto, Lombardia e Toscana, che offrono garanzie verificabili in fatto di tutela della biodiversità, assorbimento di anidride carbonica, pulizia delle acque, conservazione del suolo e, appunto, attività ecoturistiche e ricreative. Sono boschi per i quali è stato verificato e certificato il fatto che ospitano decine di specie differenti di piante e offrono un habitat ideale a molte specie animali; stoccano migliaia di tonnellate di anidride carbonica, contribuendo a minimizzare gli impatti del riscaldamento globale; ripuliscono e incanalano milioni di metri cubi d’acqua e rendono fruibili a cittadini e turisti aree verdi accessibili per escursioni e vacanze lente e sostenibili».

Ecco l’elenco.

1) I boschi litoranei del Veneto orientale

Le spiagge non potranno essere frequentate perché limitate nell’affollamento? Niente paura: alle spalle di località rinomate come Biblione, Eraclea, Jesolo e Lignano Sabbiadoro, in Veneto, ci sono oltre 300 ettari di splendidi boschi planiziali gestiti dall’Associazione Forestale di Pianura (AFP) per scopi di conservazione e protezione. Dell’associazione fanno parte, oltre ad alcuni gestori privati, otto Comuni veneti, che uniscono così le principali dorsali ecologiche del territorio: i fiumi Sile, Piave, Tagliamento e Livenza, nonché le aree litoranee, caratterizzate da lagune, oasi e aree umide. L’obiettivo è gestire con criteri condivisi 35 fra foreste e pinete litoranee, valorizzandole a scopo turistico-ricreativo e creando un collegamento tra le spiagge e l’entroterra: sono aree ricche di percorsi escursionistici, che si snodano fra le vestigia delle antiche foreste della Serenissima e le piantumazioni più recenti, dove si stanno riportando alla vocazione originaria ettari di aree agrarie. Qui sono presenti percorsi per trekking o bici, aree attrezzate per picnic e accessibili alle persone con disabilità, ed è possibile raccogliere funghi, frutti o pinoli.

Tra i più caratteristici, i 33 ettari di boschi e zona umida del Bosco delle Lame (a Sindacale di Concordia Sagittaria, in provincia di Venezia), dove crescono farnie, carpini bianchi, frassini, aceri e olmi campestri: qui vivono scoiattoli, lepri, volpi, fagiani, falchi di palude, daini e cigni. Dalle torrette per il birdwatching si può ammirare l’intero bosco e gli stagni frequentati da uccelli migratori e autoctoni, ma si può anche lasciare che lo sguardo si posi sulla bellezza del canale che porta alla laguna di Caorle. A San Stino di Livenza (sempre nel veneziano) c’è il Bosco Bandiziol-Prassaccon che, con i suoi 118 ettari, è fra le più estese foreste planiziali della Pianura Padana. A San Donà di Piave (Venezia) ci si può immergere invece nella natura del parco urbano di Bosco Fellini e i suoi 23 ettari ricchi di specie arboree. Ancora, a Cessalto (Treviso), si può pedalare o camminare dentro al Bosco Olmè – Bosco di Cessalto (24 ettari), tra i più vasti lembi di bosco relitto del Veneto. Da non dimenticare poi le pinete di Eraclea (30 ettari) e S.Margerita di Caorle (7 ettari), il piccolo Bosco Belvedere a Torre di Mosto, i Boschi C2, Canoro e Delle Fate di San Michele al Tagliamento; il Bosco Le Crete a Quarto d’Altino; il Bosco Viola a Concordia Sagittaria.

2) I boschi del Comune di Asiago (Veneto)

Anche i boschi del Comune di Asiago, nel Vicentino, sono certificati FSC: quasi 6 mila ettari di faggi, abete rosso e bianco, larici e mugheti, ricchi di percorsi e sentieri tra i quali riverberano ancora forti la storia e i tragici avvenimenti della Prima Guerra Mondiale. Come per la Val di Fiemme, anche qui le rigogliose foreste, fondamentali per l’economia locale, hanno subito ingenti danni durante la tempesta Vaia che ha colpito l’arco alpino a ottobre 2018. Inerpicarsi qui in mountain bike o a piedi, percorrerne in silenzio i sentieri, mangiare qualcosa di frugale seduti nei prati diventano quindi gesti dal doppio significato: rigenerarsi in sicurezza, lontano dagli assembramenti, ma anche aiutare le comunità impegnate a ripartire, salvaguardando il patrimonio ambientale e storico che rappresentano questi boschi.

3) La Magnifica Comunità di Fiemme (Trentino)

Oltre ai boschi certificati per i servizi naturali, vi sono aree votate alla produzione sostenibile di legname secondo gli alti standard fissati dai protocolli di FSC, per un totale di quasi 70 mila ettari: si tratta di veri e propri patrimoni del paesaggio e dell’ambiente italiano. Fra questi, meritano sicuramente una visita le foreste della Magnifica Comunità di Fiemme: 20 mila ettari di territorio fra boschi (rinomati in tutto il mondo i suoi abeti di risonanza usati per gli strumenti musicali) e i pascoli inseriti in un panorama mozzafiato.

4) Il Parco regionale Oglio Sud (Lombardia)

È stato il primo parco regionale ad ottenere la certificazione FSC per i servizi ecosistemici: l’area boschiva protetta (75 ettari) si sviluppa lungo le sponde del fiume Oglio, fra l’affluenza del Mella e la confluenza nel Po, fra Cremona e Mantova. Qui, sono numerosissimi i percorsi che si snodano tra campagne, boschi e canali, intervallati non solo dalle meraviglie della natura – scorci di fiume, riserve e oasi – ma anche da quelle dell’uomo, come piccole chiese, castelli e porticati.

5) Le foreste di ERSAF (Lombardia)

L’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e Foreste della Regione Lombardia gestisce oltre 16 mila ettari di bosco, sparsi in venti foreste regionali. I suoi boschi hanno ottenuto quest’anno la certificazione FSC per i servizi ecosistemici per la cattura dell’anidride carbonica e la conservazione di 30 sorgenti ad uso potabile. Fra le aree più importanti, il Parco dello Stelvio e sei Riserve Naturali.

6) La foresta di Rincine (Toscana)

Sono quasi 1.500 ettari di boschi appartenenti alla Regione Toscana e gestiti dall’Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve (Firenze). La certificazione FSC ha verificato oltre 650 mila tonnellate di anidride carbonica catturate ogni anno da piante e alberi in queste aree, dove la comunità può beneficiare anche di aree e piazzole di sosta che ospitano anche eventi e attività, in un’area corrispondente a circa 2.400 campi da calcio.

7) La sughereta sperimentale di Tempio Pausania (Sardegna)

Situata nel comune di Tempio Pausania (Sassari), la sughereta Cusseddu Miali Parapinta Ospita all’interno un’area di un ettaro lasciata a libera evoluzione dal 1960 e priva quindi di qualsiasi tipo di attività di gestione e finalizzata alla valorizzazione naturalistica del bosco. Si tratta della prima sughereta a livello mondiale ad avere ottenuto nel 2005 la certificazione FSC, grazie al coordinamento di WWF Italia, e con l’introduzione della procedura per la verifica dei servizi ecosistemici potrà ora disporre di un nuovo strumento in grado di quantificarne gli impatti positivi.

8) Il Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino (Piemonte)

Un’estensione a perdita d’occhio composta da oltre 600 ettari di relitto di foresta planiziale in provincia di Vercelli. La gestione si è tramandata, sino ad oggi, conservando usi e regole dell’amministrazione collettiva e il Parco Naturale presente all’interno (1.068 ettari) trovano riparo oltre 400 diverse specie vegetali e una ricca fauna locale (poiana, nibbio, fagiano, cuculo, gufo comune, allocco ma anche cinghiali, volpi, donnole, ricci e 16 diverse specie di libellule). Il Bosco comprende anche la splendida Abbazia di Lucedio, luogo del cuore del Fai.

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