I dati in rete: ricchezza e rischio. Le parole dell'Irish Data Forum

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Il mondo oggi produce in due giorni più dati di tutti quelli prodotti in tutta la storia dell’umanità fino al 2003. È stato questa frase su un articolo di Techcrunch a farmi capire quanto importante sia il fenomeno dei dati e della loro analisi.

La scorsa settimana alcuni esperti del settore si sono ritrovati a Dublino per l’Irish data forum. Uno dei relatori chiave, Phil Twonsend lavora per un’organizzazione che non ti aspetteresti a un evento del genere: è il direttore della comunicazione del Manchester United. Ha spiegato che il club calcistico ha un fiorente dipartimento di scienza dei big datadati che fornisce sempre più spesso statistiche sorprendenti. “Osserviamo sempre più da vicino la salute dei giocatori e stiamo iniziano a prevedere che oggi quel giocatore si infortunerà se si allenerà – ha spiegato durante la propria presentazione al forum -“.

Stephen Moffatt, direttore del settore cloud computing di Ibm, ha detto che il gigante della tecnologia sta lavorando con l’University College di Cork per analizzare i risultati delle analisi del sangue dei bambini e capire l’origine delle infezioni.

Il dottor Tracey Lauriault ha parlato dell’approccio canadese all’uso dei dati per le politiche sanitarie con l’obiettivo di portare il sistema in Irlanda. “Unendo diversi tipi di dati possiamo aiutare chi deve decidere dove realizzare un ospedale a farlo in modo più informato”.

Andrew Maybin, direttore organizzativo di Tibus, ha però ammonito: “Insieme ai dati vengono delle grandi responsabilità. Il rischio è che si perda la fiducia dei consumatori perché si vogliono usare i dati per avere dei vantaggi competitivi sugli avversari. Bisogna essere molto chiari sull’accordo con i consumatori. Chi fa un account di email gratuito e ha anche spazio di archiviazione deve sapere cosa fa quell’azienda con i dati che raccoglie”.

Damiano Vezzosi

Leggi il blog irlandesi brava gente http://ow.ly/rbTJ8

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