Noi, no! Il giornalismo (dal basso) che si risveglia

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“Noi, no!”. Venerdì – giorno dell’apocalisse Maya, come andiamo blaterando da un anno – questo messaggio ha attraversato centinaia di profili Facebook. Mirko Polisano, giornalista romano che da anni si affanna a raccontare storie lontane, dall’Afghanistan al Libano ha lanciato questo appello per la riscoperta di un giornalismo fatto di storie vere e meno fandonie e glamour.

Al primo posto non viene l’io…ma il NOI. Ma vogliamo distinguerci, perciò ti chiedo di scrivere per tutta la giornata di venerdì: “NOI, NO!” nel tuo status di Facebook. La nostra mobilitazione parte da qui…non abbiamo grandi pretese…ma una piccola certezza, che non possiamo non fare nulla davanti ad un sistema in cui difficilmente ci rispecchiamo. Kapuscinski, padre del giornalismo contemporaneo, ha sempre sostenuto che il “cinico non è adatto a questo mestiere”. Noi vogliamo dimostrare che è vero…Perché, al di là di quello che in molti pensano…”

La mobilitazione è riuscita. “E’ stato un guardarsi allo specchio e vedersi riflettere stessi principi, ma anche lo stesso entusiasmo – racconta Mirko -. Notizie, dicevamo. Quelle che vogliamo raccontarvi, convinti che abbiamo tante belle storie da poter diffondere e a cui dare spazio, convinti – e oggi sempre di più – che il giornalismo è anche la “buona notizia”. Ed è questo l’augurio che ci facciamo per questo 2013…che Baghdad sia vista come la vedono Nicola e Walter: un “luogo di pace”, così come era chiamata anticamente. Loro che, partendo da Ostia, porteranno nella città delle “Mille e una Notte” una maratona, perché lo sport sia ancora messaggio di giustizia e solidarietà; così come è partito Luigi, una “mattina di un lunedì qualunque” anche lui da Ostia. Ora, è in Pakistan ma è stato in Siria, Niger, Sudan e Sierra Leone…con il solo obiettivo di far capire agli altri l’importanza di esserci. E i suoi ricordi sono sicuramente quelli che ti colpiscono di più: quel bambino a cui devi dare da mangiare e che a due anni e mezzo ha un cucchiaio in mano, che quasi è più grande di lui…

Poi, c’è Carla, una donna esile ma forte. E la sua energia ti cattura anche se lei è laggiù in Tanzania. “Carla Vegliante ha fatto dello straordinario il suo ordinario. Il suo quotidiano”, e anche in una frase così semplice cogli il senso di ciò che è per noi questo lavoro. Carla sta per ripartire andrà da Abet, da Muti, dal “Ticer”, come lo chiama lei, e parlerà loro un po’ shawili, un po’ inglese e molto romanaccio…ma lei è straordinaria anche per questo! Anche Giulia è partita da Ostia per indossare una divisa e trovarsi ad insegnare in un orfanotrofio femminile nel Libano del Sud. Al confine con Israele, dove tutto è un’incertezza, lei ha la sicurezza delle sue ragazze, che continua a sentire anche a distanza. “E’ stato un insegnarci a vicenda: io spiegavo la nostra lingua, loro mi hanno arricchito con le loro esperienze di vita”. Giulia a queste bambine non ha insegnato solo l’italiano. Anche a sorridere…

Arrivano anche Maria Rosaria, Arianna e Simone loro si occupano di diritti umani con Amnesty International, con Simone eravamo in classe insieme al liceo. Adesso, è arrivato il momento di schierarsi a favore di un uomo detenuto in isolamento in Gambia senza un’accusa. Sentendo loro, capisci che anche la tua di firma è importante. Per questo 2013, ci auguriamo anche più attenzione. “Non accade che agli altri” è stato un incontro di condivisione  e confronto…e davvero pensi che “finchè capita agli altri…va tutto bene”. No, non va bene per niente…perché per chi non accade…ha il dovere di non restare indifferente.

Ci siamo anche noi…davanti ad una pizza, abbiamo parlato di questa idea. Nata dalle parole di Desmond Tutu, tra i libri di una monaca buddista che si batte per i diritti delle donne in Nepal, e di Rabih Alameddine, scrittore che ha vissuto tra il Kuwait, l’Europa e l’America…e i suoi racconti ti riportano a quelli di Gibran  e di Khaled Hosseini. Non ci siamo dimenticati degli aquiloni afghani che, almeno ad Ostia, sono ritornati grazie a Sant’Egidio e alla comunità afghana.

Ci auguriamo tutto questo…per il 2013:  di rimanere incantati in almeno una notte delle Mille…e che possa esserci il tempo di incontrare almeno uno di quei “Mille splendidi soli””.

E con Mirko ce lo auguriamo anche noi di AND.

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