Per le strade di Dubai (prima parte)

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Dubai

Dubai, quartiere La Marina, vista dal 44° piano.

In dicembre ho avuto la possibilità di trascorrere qualche giorno negli Emirati Uniti, nella città di Dubai.

Con questo post voglio iniziare a raccontarvi il mio viaggio in questa strana metropoli piena di contraddizioni.

Partiamo con qualche dato: Dubai fa un milione e mezzo di cittadini, di questi solo il 20% è cittadino dell’emirato il resto è costituito principalmente da immigrati pachistani, indiani, e bengalesi. La città è stretta tra il mare e il deserto. Per la sua favorevole posizione geografica sul mare è da sempre stata un importante porto e una base commerciale molto vantaggiosa sulla via delle Indie. Per questo motivo, nei secoli passati, è stata oggetto delle mire dell’Impero Ottomano prima e dell’Impero Britannico dopo. Nel 1971 in seguito al disimpegno degli Inglesi, l’emirato di Dubai, Abu Dhabi e altri 5 piccoli emirati costituirono la federazione degli stati Emirati Uniti. Lo sviluppo della città è legato alla scoperta del petrolio, avvenuta negli anni ’60. Grazie ad esso l’emirato ha potuto crescere a dismisura e ad assumere le sembianze attuali. Dubai oltre ad essere un importante produttore di petrolio è diventato una delle principali piazze d’affari del mondo, infatti la mancanza di imposte statali sulle merci e l’assenza di tasse a carico delle aziende e dei cittadini l’hanno resa zona franca e un’ottima piazza sia per gli scambi commerciale che per l’insediamento delle sedi di molte società straniere.

Dubai, quartiere La Marina.

Negli ultimi due decenni la città ha avuto un incredibile sviluppo urbano, che si è tradotto nelle costruzione di avveniristiche infrastrutture, nei mastodontici grattacieli spuntati su come funghi in ogni suo quartiere, uno tra tutti il Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo, solo mt 828, inaugurato nel 2010.

Insomma avete capito di che tipo di città vi sto parlando.

Il primo impatto.

Dubai, la camminata nel quartiere La Marina.

L’arrivo in un concentrato simile di edilizia spettacolare crea come prima reazione: sconcerto, stupore e uno strano senso di nanismo. Cominci a guardare tutto dal basso all’alto, fino a perdere il senso dell’orientamento. Ci si deve un po’ abituare, perché i punti di riferimento non sono più i cartelli stradali con le indicazioni delle vie ad altezza d’uomo, ma istintivamente ci si deve orientare prendendo come riferimento i palazzi che dominano l’orizzonte. E cosi, camminando e camminando, ad un certo punto, ci si accorge di avere un grosso problema da risolvere e si viene colti ancora una volta da stupore ed incredulità: come cambiare lato della strada?

Tenete presente che anche le strade, come tutto a Dubai, sono di nuova costruzione, con le loro tre corsie, almeno, per senso di marcia assomigliano più alle nostre tangenziali sia per dimensioni che per intensità di traffico, e sto parlando semplicemente delle strade all’interno delle città! Quindi la naturale necessità del comune pedone di attraversare una strada, cosa che nelle nostre realtà urbane facciamo con semplicità, nel circuito cittadino dell’emirato avviene invece con estrema difficoltà. L’attraversamento va organizzato per tempo, ancora prima di scegliere la direzione di marcia, devi avere ben chiaro in mente la tua meta, se sta al di qua o al di là. Esiste il serio rischio che camminando e soggetti a nanismo mentale, si debba tornare indietro e ripartire dallo start per calpestare il giusto lato pedonale, oppure capita che pur di non ammettere di aver percorso invano centinaia di metri, ci si impunti e cosi si continui per la propria direzione, confidando nella nascosta vicinanza di un provvidenziale incrocio pedonale. Errore!

E’ sempre meglio tornare indietro e iniziare il percorso cittadino con il piede giusto.

Capirete inoltre cosa siano le strade dette “tangenziali”: sette corsie per senso di marcia, costantemente percorse da migliaia di autoveicoli e spesso incredibilmente intasate.

Dubai, la tangenziale.

Sempre per strada, il rumore!

L’udito è costantemente sollecitato dai rumori: motori di macchine di grossa cilindrata, martelli pneumatici che perforano e bucano.

Grattacieli che prendono vita! Sembra di vederli crescere. Oggi, solo pareti di cemento armato, domani come per magia invece si trasformano in lucidissime lame di vetro scuro.

Sembra di vedere un video ben montato che racchiude in un giorno gli eventi di mesi e mesi.

Per le strade circolano quasi unicamente super cars e camion carichi di materiali edili. Pulmini colmi di operai pakistani, bengalesi, indiani, che guardano dai finestrini la città artificiale, che loro stessi stanno costruendo.

La strada obbliga i due opposti ad incontrarsi a guardarsi negli occhi.

Dubai, un camioncino con il suo carico di lavoratori.

I bolidi sfrecciano e superano gli operai sugli autobus come a affermare la differenza, ad evidenziare la contraddizione. Il contrasto è sferzante, colpisce con forza ed arroganza.

Tutti i sensi sono coinvolti !

Apprezzare l’iper attivismo costruttivo, l’isterica corsa verso il moderno e la dedizione al lusso o fare il salto d’opinione e prendere posizioni critica?

Dubai, un gruppo di operai edili in pausa pranzo.

Per le strade di Dubai, questo pensiero mi punge la coscienza!

Nicola Fossella
Leggi la seconda puntata Dubai ti ho trovata
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