Rigoni Stern: «Il mio altopiano ritrovato sui luoghi del massacro»

Il figlio dello scrittore ogni mese in Bosnia a Srebrenica per donare 48 mucche e costruire un caseificio: «Quelle montagne mi ricordano Asiago». E il suo viaggio diventa un documentario
ASIAGO (Vicenza)—«Quando sono arrivato è stato un po’ come sentirmi a casa, sul mio altopiano. Le stesse montagne ondulate, gli stessi pascoli. Ricordano un po’ Foza, un po’ Stoccareddo. Anche la gente è buona e ospitale». E’ l’agosto del 2009 quando Gianbattista Rigoni Stern arriva per la prima volta a Sucéska, piccolo villaggio a dieci chilometri da Srebrenica, in Bosnia. In un anno e mezzo ci è ritornato dieci volte, una ogni quaranta giorni. L’ultima, era l’anti-vigilia, quasi fosse Babbo Natale (e un po’ in effetti ci assomiglia), Rigoni Stern ha portato con sè un dono speciale per questa piccola e poverissima comunità che da allora ha adottato: 48 manze di razza rendena e unsogno, quello di uno sviluppo sostenibile fatto di agricoltura, latte e formaggio, che aiuti la gente a vincere la lotta per la sopravvivenza.[continua]

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