Ronaldo, Mourinho e il credito del pallone

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“Lo spettro dell’insolvenza si aggira per l’Europa”

da “Il Manifesto del correntista inerme.

C’era una volta lo spettro del comunismo. C’era una volta – e non solo una – lo spettro dell’insolvenza: una comune patologia del XXI secolo che colpisce banche e stati e il cui principale sintomo è una quotidiana nevrosi da contagio o da effetto domino.

Le code agli sportelli (fortunatamente) non si vedono più dal 2007 alle filiali della Northern Rock; ma ora, più di allora, sembra – e in parte è – il gran momento della corsa alle banche, o per avere il soldo buono o semplicemente per avere il soldo.

A ridosso delle elezioni greche tutti erano a gridare che i prelievi dai conti bancari schizzavano a 500-800 milioni di euro al giorno. Tanti soldi sono tanti soldi, ma nessuno che si degnasse di compararlo con l’ammontare dei prelievi in tempi normali.

In Spagna, Bankia ha bisogno di un prestito per garantire i suoi correntisti che hanno ritirato 100 miliardi dall’inizio dell’anno.

In Portogallo è stata ingaggiata una guerra preventiva all’insolvenza arruolando gli idoli di casa e sfruttando la favorevole coincidenza con gli Europei di calcio e con la grande stagione del Real Madrid. Mourinho, Ronaldo e il meno conosciuto Paulo Alves sono diventati promoters d’eccellenza del deposito bancario.

Se ultimamente qualcuno ha detto che pagare le tasse sta diventando quasi un lutto, depositare i soldi in banca lo sta diventando ancora di più. Ma se te lo chiedono tre fenomeni cominci a guardare con più fiducia alla tua banca ed è difficile dire di no.

Tutto comincia nel 2004, quando il Portogallo ospita gli europei e il Banco Espirito Santo ingaggia Cristiano Ronaldo già protagonista della seleçao. Molti spot, un grande investimento sull’immagine del calciatore e nel frattempo apre anche il conto CR (Cristiano Ronaldo).

Sono tutti spot abbastanza “sobri”, si punta molto sul volto e sulla celebrità della persona

http://www.youtube.com/watch?v=w_ettoLBKfI&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=xW9hAbKuc1s&feature=related

Nella sostanza sono molto simili allo spot Unicredit con Materazzi, Pirlo e De Rossi.

La svolta arriva quando Mourinho diventa testimonial del Millenium BCP (Banco Commercial Portugues). Si cambia marcia con uno spot in cui Mourinho vanta il suo palmares

e il suo successo viene legato all’essere portoghese. Poi va bene l’orgoglio ma ci vuole anche il prodotto e arriva il lancio del conto Special One Top.

La matrice patriottica viene riproposta anche dal BES nel suo ultimo spot con Ronaldo. Il racconto della vita del giocatore da Madeira a Lisbona, attraverso delle immagini di luoghi ben identificabili, esplicita il legame con il paese e prepara il successo e il cambio di vita del cliente.

Con meno pretese ci prova anche il Banif (Banco Internacional de Funchal) che investe su una vecchia “gloria” del calcio portoghese e attuale allenatore della nazionale under 21, tale Paulo Alves.

Se è efficace o meno come strategia è difficile dirlo, ma per il momento non si avvertono (sui giornali) problemi di liquidità delle banche, nonostante la banconota da 50 euro sia praticamente fuori circolo. Nessuno sportello bancomat la rilascia e infatti nessuno la usa, solo tagli da 10 e da 20.

Infine, a chiudere il cerchio, ci sono i compratori d’oro che si fanno pubblicità con un’avvenente signorina che tiene in mano una banconota da 500 euro. Ammesso che ce ne siano, evidentemente le “rilasciano” solo loro.

Mattia Gusella

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