Chiese, teatri e storici magazzini di Pirano ospitano “Abbracci” ed “Exodus” di Safet Zec

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La cittadina slovena di Pirano presenta, in una mostra diffusa, le opere dai cicli pittorici “Abbracci” ed “Exodus” di Safet Zec (1943, Rogatica, Bosnia Erzegovina; vive ed opera tra Sarajevo, Pocitelj, Venezia e Parigi). Otto luoghi carichi di storia e suggestioni -per lo più chiese, ma anche il teatro Tartini e l’ex magazzino del sale Monfort- ospitano le opere dell’artista bosniaco. Grandi teleri dal forte impatto scenografico si dispiegano, come pale d’altare, negli spazi espositivi, sacri o profani, portando alla luce corpi, volti, anatomie di un’umanità sfiancata e sofferente. Al centro del racconto di Safet Zec “Exodus” c’è infatti l’emigrazione come tragedia universale, che si ripete nella storia. Una storia che ha toccato l’artista in prima persona nell’infanzia, quando con la famiglia è costretto a lasciare il paese d’origine e riparare a piedi a Sarajevo, durante la seconda guerra mondiale, e nel 1992, quando, da adulto, fugge dalla Jugoslavia in Italia a causa del conflitto serbo bosniaco. E proprio a Boško e Admira, coppia assurta a doloroso simbolo del conflitto jugoslavo, Safet Zec dedica il ciclo pittorico “Abbracci”, anche questo presentato in mostra. Il destino dei giovani è tristemente noto: musulmana lei, ortodosso lui, furono trucidati dai cecchini a Sarajevo nel 1993 sul ponte di Vrbanja, mentre cercavano di fuggire.

Zec ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Belgrado; pittore e incisore, è considerato un esponente del movimento del realismo poetico e ha alle spalle numerose mostre in tutto il mondo – in Italia ha esposto, tra l’altro, al Museo Correr a Venezia, alla Fondazione Benetton e a Villa Manin di Passariano.
L’arte di Zec si basa su un profondo impegno civile ed una costante attenzione alle tragedie dell’emigrazione nel mediterraneo “c’è una parte del mondo che sta bene, che costruisce muri, per difendersi da quella parte di mondo in difficoltà- trovo ci sia qualcosa di animalesco in tutto ciò” ha affermato l’artista in un’intervista a proposito del ciclo “Exodus”.

Un’attenzione all’attualità che entra, come risposta, nella sua opera sotto forma di ritagli di giornali, utilizzati come un palinsesto su cui l’artista dipinge le sue grandi tele. In filigrana si intravvedono i messaggi pubblicitari, in provocante contrasto con i soggetti rappresentati. Dal fondo marrone, come di povera juta, emerge infatti il bianco, puro e vibrante, di vesti lacere, di un’umanità dalle anatomie manieristicamente distorte in torsioni di dolore, ma anche di braccia e mani ingrandite, a esaltare la forza pura di un abbraccio.
C’è un respiro epico e monumentale nei dipinti di Zec, che, in mostra, irrompe in tutta la sua potenza nell’opera al cuore del ciclo “Exodus”, del 2017, presentato nell’ex magazzino del sale Monfort: un’umanità di varie età, si dispera, attende, giace, guarda speranzosa l’orizzonte. Innegabile il riferimento al celebre dipinto di Théodore  la “Zattera di Medusa”, del 1819.

Eleva al massimo il pathos anche la rappresentazione dei corpi feriti di Boško e Admira distesi a terra, legati da un ultimo abbraccio, presentata al battistero di Pirano, vicino alla Chiesa di San Giorgio. Presso la “Casa Tartini” si possono apprezzare alcune opere di piccole dimensioni dell’artista, abile maestro nel rendere la quotidiana poesia della luce negli oggetti più ordinari, con un approccio più asciutto e meno eclatante rispetto alle pitture di grandi dimensioni.

Anche se entrambi i cicli “Exodus” e “Abbracci” sono già stati presentati in altre occasioni – anche a Venezia, nel 2017 e 2019, alla chiesa di Santa Maria della Pietà- il percorso di mostra a Pirano ha il pregio di mantenere alta la tensione drammatica, in una coerenza espositiva e scenografica magistralmente orchestrata.

Safet Zec. Objemi / Abbracci / Embraces/ Umarmungen ed Exodus

Il ciclo Abbracci è esposto a Pirano, in diversi spazi espositivi: Teatro Tartini, Chiesa della Madonna della Salute, Battistero, Chiesa della Madonna della Consolazione, Chiesa di San Pietro, Casa Tartini, Chiesa di San Rocco, 
Il ciclo “Exodus” è esposto presso l’Ex Magazzino del sale Monfort, sulla strada tra Pirano e Portorose (circa 30 minuti a piedi da Pirano)
Fino al 26.09
Per informazioni:
https://safetzec.maona.si/it/

di Caterina Longo

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