Lo spreco della parata militare: “Presidente, ci risparmi almeno il 2 giugno”

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Signor Presidente, almeno il 2 giugno, festa di una Repubblica che è nata dalla lotta popolare per la libertà, smettiamola con le parate militari. Se vogliamo dare voce all’Italia, il 2 giugno si dia spazio all’Italia che lavora. Che resiste. Che cerca faticosamente di tener duro e di non mollare la speranza anche in questa crisi tanto difficile. Che continua a fare solidarietà. Che compensa con il volontariato a tante carenze di uno Stato sempre meno efficiente”.

Questo l’appello che il Coordinamento di associazioni Solidarietà e Cooperazione Cipsi lancia al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Stiamo soffrendo le convulsioni di una crisi senza precedenti – sottolinea il presidente del Cipsi Guido Barbera – con una disoccupazione crescente che colpisce soprattutto i giovani e le donne, togliendo loro la speranza nel futuro. Aumentano le file alle mense dei poveri, anche di intere famiglie che non riescono a comprare il cibo. Aumentano i numeri della cassa integrazione che spesso diventa la via per arrivare alla mobilità e, quindi, al licenziamento. Assistiamo quasi quotidianamente ad una inquietante catena di suicidi da parte di piccoli imprenditori che non riescono più ad andare avanti. Il potere d’acquisto dei salari continua a diminuire, e non si riesce a trovare risposta al dramma di almeno 350.000 esodati che si trovano senza lavoro e senza diritto alla pensione.

Non si può pensare di festeggiare la nostra Repubblica ignorando queste situazioni. Non si può pensare di ridurre la festa della Repubblica ad una parata militare inutile e costosa”.

Diverse sono le iniziative intraprese da associazioni e organizzazioni della società civile in vista del 2 giugno: il giornale “E-il Mensile” invita a segnalare al governo la parata del 2 giugno come spreco, considerando che nel 2011 è venuta a costare ben 10 milioni di euro. Soldi che potrebbero essere destinati, ricorda la Campagna Sbilanciamoci!, al Servizio Civile Nazionale, che proprio per mancanza di fondi, rischia di morire. Il Movimento Nonviolento invita tutti a scrivere una lettera al Presidente della Repubblica per chiedere di restituire al 2 giugno la forza dirompente e smilitarizzata della nostra Repubblica, fondata sul lavoro e sul ripudio della guerra.

“Accogliamo e ci uniamo a queste richieste – commenta Eugenio Melandri, direttore della rivista “Solidarietà Internazionale” che dedica proprio a questo argomento l’editoriale dell’ultimo numero – ricordando che la spesa militare viene toccata solo di striscio dai tagli della spesa pubblica. Gli F35 verranno acquistati, se pur in numero leggermente minore. Continuano, senza alcun dibattito politico, le cosiddette missioni di pace, fatte molto spesso solo per potere stare seduti al tavolo della spartizione internazionale. La politica è latitante. Rappresentata da partiti che arrancano, incapaci di dare qualsiasi segnale di riforma e di cambiamento. Anche perché le cosiddette riforme continuano ad essere solo annunciate, mentre le poche che si fanno vengono sistematicamente corrette per rispondere alle lobby più potenti e più forti. E i cittadini più anonimi restano inascoltati”.

“Tutto ciò – sottolineano Barbera e Melandri nell’appello al Presidente Napolitano – rappresenta un vero e proprio vulnus al buon senso di qualsiasi persona o famiglia o istituzione che trovandosi in difficoltà comincia a tagliare le spese meno necessarie. Per questo chiediamo a lei, Signor Presidente, almeno il 2 giugno di tener conto dell’Italia vera, che non è quella rappresentata nelle sfilate armate ai Fori imperiali. Al di là di tutto, si tratterebbe solo di un po’ di buon gusto”.

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