Survived

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Shanghai — Tutto e’ bene quel che finisce bene.
Come immaginavo, anche quest’anno s’e’ trattato di “molto rumore per nulla”. Un po’ di vento, qualche pioggia, ma nulla di neanche lontanamente degno di imparentarsi con Mr. Tifone.
Per fortuna, certo. Anche se, un po’ malefica, confesso che, dopo tutti questi allarmismi, avrei una certa curiosita’, ora, di vederlo in azione, questo tanto scongiurato Mr. Tifone.

E, sempre sul fronte “survived”, oggi sono stata a togliermi questi aghetti che da circa 10 giorni avevo infilzati su un orecchio. Non era una forma di “piercing estremo” ma l’ultimo (in ordine di tempo) dei miei “esperimenti go Chinese”.
Ovvero, questa volta, la sperimentazione dell’agopuntura all’orecchio.

© Silvia Sartori
Come illustra questa seconda foto, (tratta da http://www.health-science-spirit.com/earacupuncture.html) l’agopuntura cinese prevede anche una sua forma particolare che si concentra sull‘orecchio, in quanto questi e’ considerato essere depositario dei “punti di reazione” a cui fanno capo gli organi del corpo. Andando cioe’ a sensibilizzare questi punti, si agisce direttamente nell’organo che necessita di essere riattivato o sbloccato, senza toccarlo direttamente.
Inoltre, mi ha spiegato la dottoressa, questa tecnica consente di prolungare il piu’ a lungo possibile l’effetto di una normale seduta di agopuntura, i cui benefici si attenuano altrimenti nell’arco di un paio di giorni, ragione per cui, storicamente, veniva praticata in sedute giornaliere per 15 giorni continuativi circa.
Ai giorni nostri, dato il diverso ritmo di vita, la gente solitamente non e’ in grado di recarsi dall’agopunturista quotidianamente e quindi le sedute vengono distribuite nel tempo (una o due volte alla settimana). Associandovi l’agopuntura all’orecchio si crea pero’ una sorta di compromesso tra il “modello antico” e quello “moderno” che consente di trattenere per quanto possibile gli effetti virtuosi del trattamento originario.
E quindi anch’io, quel giorno, mi sono sottoposta ad entrambi, per un totale di 17 aghi sparsi per il corpo. Chiaramente si tratta di aghi diversi: quelli dell’agopuntura lunghi ed “appuntiti”, quelli per l’orecchio piu’ simili a dei mini-piercing rotondi doppi. Questi ultimi vengono posizionati in punti diversi dell’orecchio, a seconda delle zone critiche individuali e in base alla “mappa” di cui sopra.
Dopo i consueti venti minuti circa d’agopuntura, mi sono stati tolti quelli che avevo rispettivamente sulle gambe ed in viso, mentre i sei nuovi inquilini del mio orecchio sono rimasti a farmi compagnia per una decina di giorni.
© Silvia Sartori
L’applicazione non e’ stata dolorosa, caso mai un po’ fastidiosa. Idem dicasi per la nostra convivenza. Bisogna fare particolare attenzione quando ci si lava, ci si pettina e si dorme, per evitare che cadano prematuramente, ma per il resto life goes on as usual. Erano un po’ d’impiccio quando ero al telefono o avevo gli auricolari ma nulla di piu’.

Risultati miracolosi? Per ora non ho notato nessun gran cambiamento, anche perche’ immagino che, come tutta la medicina cinese, dispieghi i suoi effetti nel corso di una terapia regolare e costante, al contrario di quella occidentale che, forte delle sue imbottiture chimiche, fa risorgere in un paio d’ore.

Dopo tutto, io l’ho fatta piu’ for the fun of it che per ragioni mediche. Ma non e’ escluso che le dia un’altra chance.
M’ero affezionata, ormai, al mio sudden look da hard-core alternativa :-)

Silvia Sartori

Ti potrebbe interessare