Svezia, festa di mezza estate
Ed ecco arrivata un’altra estate e con essa il giorno della festa di mezza estate. Vi chiederete cosa si festeggi, cosa significhi, poiché per noi italiani tale festa non fa parte del nostro patrimonio. Oggi desidero darvi un quadro generale, storico e culinario di questa festa tradizionale che raggruppa grandi e piccoli, famiglie e amici e in base ad una statistica da inizio a molte nuove unioni.
In Svezia viene celebrata dal 1953, ma le origine storiche risalgono ai tempi pagani, a quando cioè venivano offerti sacrifici umani in segno di fertilità, in onore del sole (i dati storici esistenti sono tuttavia pochi). La più antica citazione della festa si può trovare nelle saghe islandesi del 1200. Dal punto di vista astronomico la scelta del giorno da festeggiare corrisponde con il sabato più vicino al solstizio d’estate, cioè al giorno in cui il sole sopra il circolo polare non cala mai e si può vedere all’orizzonte anche durante la notte. È uno spettacolo mozzafiato. Indimenticabile!
I festeggiamenti iniziano il giorno precedente la festa. Nei parchi delle diverse città, si ritrovano tutti insieme per alzare un palo addobbato di fiori e foglie, con appese due ghirlande, comunemente conosciuto anche come albero di maggio; tutti si preparano delle corone di fiori da portare tra i capelli durante i festeggiamenti. Nel tardo pomeriggio inizia il rituale propiziatorio con canti e balli tradizionali intorno all’albero.
È consuetudine bere e mangiare insieme ad amici o in famiglia. Il cibo consumato risale alla tradizione marinara: arringhe marinate di diversi tipi (un tempo, appartenevano al cibo quotidiano) accompagnate da patate fresche e pane tradizionale, il tutto seguito da dessert fatto di meravigliose fragole con panna e cioccolata sciolta. Tipica bibita è la birra, anche se il vino prende pian piano sempre più piede. In occasione di questa celebrazione si usa far largo consumo di alcolici, come grappe, mosti e sidri. La festa ha una forte componente di credenza in esseri sovrannaturali e in questo si riallaccia al folclore popolare ancorato in tempi antichi. Si usa dire che le ragazze in questa notte, dopo i festeggiamenti, vadano a dormire sognando l’uomo del loro futuro.
Quest’anno come altri ho festeggiato preparando la corona di addobbo per me e mia figlia in una piccola cittadina del polo nord, a Boden. Abbiamo addobbato il “palo della cuccagna” poi abbiamo cantato la canzone dei “piccoli ranocchi” e ballato intorno allo stesso.
Curiosità strana: un giornalista ci ha sentite parlare in italiano e ci si è avvicinato chiedendoci cosa facessimo li a quella latitudine. Ha voluto intervistarci per essere state le sole italiane presenti nel paesetto…. ma a dire il vero sia io che mia figlia siamo anche cittadine svedesi. Questo può farvi capire quanto sia insolito, quasi esotico, vedere italiani all’estremo nord!
Antonella Tiozzo