L'Olimpico di Marinelli torna all'antico: solo produzioni italiane, sperimentazione addio

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Se parlassimo di pittura, si potrebbe parlare di un “ritorno all’ordine”, se fosse politica, potremmo forse definirla – con un termine abusato – una forma di “sovranismo”. Parliamo del Teatro Olimpico di Vicenza, e del 72esimo Ciclo di spettacoli classici, presentato con una conferenza-show dal neo direttore artistico Giancarlo Marinelli, sabato 13 aprile. Il cui senso complessivo è stato ben sottolineato dal sindaco Francesco Rucco che, introducendo la serata, ha parlato di «Made in Italy teatrale»: «Credo – ha detto il primo cittadino – che questo sia il tempo perché il Teatro Olimpico scopra nuovamente la forza del teatro di prosa nella classicità».

Gli ha fatto eco Gaetano Thiene, presidente dell’Accademia Olimpica, storica istituzione “padrona di casa” del teatro in legno, il primo stabile e coperto della modernità, progettato da Andrea Palladio e completato dopo la sua morte da Vincenzo Scamozzi: «Il coinvolgimento attivo della nostra istituzione, rappresentata da Maria Elisa Avagnina e Cesare Galla, nel Comitato Spettacoli Classici – ha detto Thiene – è un nuovo, forte segnale di attenzione per ciò che rappresentiamo nella storia dell’Olimpico e nella vita culturale di Vicenza, e la conferma di un rinnovato dialogo con l’amministrazione comunale».

Il cambio di passo – “benedetto” anche dall’assessore regionale all’istruzione e al lavoro Elena Donazzan presente sabato – è netto ed esplicito dopo gli ultimi anni in cui, al contrario, l’Olimpico era diventato terreno di contaminazione tra tragedia classica e teatro contemporaneo. Prima con la direzione artistica del regista lituano Eimuntas Nekrosius (2012-2013), poi con quella di Emma Dante (2014-2015), infine con la curatela di Franco Laera. Innovazioni che hanno portato sul palcoscenico vicentino poetiche nuove, riletture contemporanee, lingue straniere e dialetti, con l’obiettivo di fare dell’Olimpico un palcoscenico di rilievo nazionale, ma facendo storcere il naso a una parte del pubblico. Una svolta voluta dalle due amministrazioni di centrosinistra guidate da Achille Variati, con gli assessori alla cultura Francesca Lazzari e Jacopo Bulgarini d’Elci. Il ritorno del centrodestra alla guida della città segna un nuovo cambio di direzione.

Giancarlo Marinelli – scrittore, regista, editorialista già molto presente negli ultimi anni sulle colonne del Giornale di Vicenza, e tra l’altro nato in città – avrà la direzione per due anni. Sabato è stato lui il mattatore dello show – tra monologhi, letture e video mapping, che ha visto co-protagonisti alcuni attori che hanno messo in scena alcune anticipazioni del programma: Pino Micol, Romina Mondello, Elisabetta Pozzi, i giovani attori della Tema Cultura Academy.

Il titolo scelto per il Ciclo 2019 è “Muoiono gli Dei che non sono cari ai giovani”. Un’inversione, anche in questo caso, ennesimo segno di un cambio di passo. Che mette al centro la tradizione del teatro italiano, a partire da un omaggio a Giorgio Albertazzi, che Marinelli ha richiamato come suo maestro.

Giancarlo Marinelli

«L’idea, già nel titolo, è quella dell’inversione (“Muore giovane chi è caro agli dèi”, nell’originale di Menandro) – dice Marinelli -. Inversione più che rivoluzione. Hegel ha parlato di dissoluzione dell’arte nel momento stesso in cui dalla tragedia si passa alla commedia. E, più in profondità, nell’istante esatto in cui la consapevolezza della morte di Dio coincide con la libertà dell’autocoscienza umana guidata dalla sfera negativa dell’intelletto. In questo senso, il grande pensatore tedesco proclamava, dopo la fine dell’arte classica, l’impossibilità di fare qualcosa di bello, ma solo qualcosa di più alto».

Il programma

Il
72° Ciclo di Spettacoli Classici si aprirà con una dedica artistica a uno dei
grandi maestri della scena italiana, più volte protagonista sul palcoscenico
del Teatro palladiano: Giorgio Albertazzi. A lui, e al suo “Memorie di
Adriano”, Maurizio Scaparro, regista profondamente legato al Teatro
Olimpico, dedica questo evento unico – realizzato con la collaborazione di Ferdinando
Ceriani
– con Pino Micol interprete con altri protagonisti di “Frammenti
di Memorie di Adriano”
dal 19 al 22 settembre -un testo
originale costruito a partire dall’opera di Marguerite Yourcenar e dai
commenti e dagli scritti personali annotati sul copione dell’ultimo imperatore
del teatro. Frammenti di un discorso poetico e il senso dell’umano alla fine
dell’esistenza si intrecciano profondamente in una messa in scena carica di
significati, un omaggio unico a Giorgio Albertazzi (che nella sua ultima
interpretazione, “Il mercante di Venezia”, fu diretto proprio da Giancarlo
Marinelli).

Sarà
una prima nazionale, il secondo appuntamento in programma il 27 e il 28
settembre
, “Apologia di Socrate”, adattamento e regia di Alessandra
Pizzi
, protagonista Enrico Lo Verso. 
Tra tutte le opere di Platone, L’Apologia è sicuramente la più ricca
d’informazioni sul pensiero di Socrate e appare come un’incondizionata difesadella figura e degli insegnamenti del maestro di fronte alle gravi accuse
che lo avevano portato al processo; e così, la condanna a morte di Socrate,
diventa l’archetipo dell’errore giudiziario, dramma di tutti i tempi. La
poliedrica regista pugliese che firma il testo e lo spettacolo, da alcuni anni
si occupa della riscrittura dei classici del Teatro; da ricordare, tra i suoi
lavori, “Folli(e) d’amore. Tutti pazzi per Shakespeare” del 2015; “Uno nessuno
centomila” del 2016, adattamento teatrale del romanzo di Luigi Pirandello,
interprete Enrico Lo Verso, e ancora “Metamorfosi, altre storie oltre il mito”
dedicato alle Metamorfosi ovidiane, che ha debuttato al Teatro antico di
Segesta nel 2017, protagonista Enrico Lo Verso.

È
prevista una tragedia al femminile per il terzo appuntamento – una prima
nazionale – con “Medea” in scena il 4, 5 e 6 ottobre, un progetto
che vede nascere il confronto artistico tra Romina Mondello, giovane e
talentuosa attrice, ed Elena Bucci, regista nota per la sua originale
interpretazione dei testi classici. A loro, e al nutrito cast di attori, è
affidato il compito di dare voce alle parole attualissime delle tragedie,
parole che “bruciano ancora di emozione e verità, nonostante le corruzioni dei
testi, nonostante i necessari tradimenti delle traduzioni, le mutazioni del
costume, della politica, delle culture. Evocano la grande nostalgia per la
catarsi, la collettiva condivisione di pensieri e sentimenti che diventa
comprensione e sollievo, trasformazione e crescita verso la saggezza: proprio
quello che manca in questa epoca” come comunica la regista nelle sue note per
l’allestimento dello spettacolo.

Sarà
ancora una prima nazionale – “Ecuba” -uno spettacoloprodotto
dal Centro Teatrale Bresciano, una rivisitazione del testo di Euripide della
drammaturga irlandese Marina Carr (nella traduzione di Monica Capuani),
regia di Andrea Chiodi, ad essere in programma l’11, 12 e 13 ottobre.
Rivive in questa versione – mai rappresentata in Italia – tutta la tragedia
degli antichi e dei contemporanei: c’è l’universale disperazione di una madre,
la lotta dei figli, la crudeltà del potere, la solitudine e l’umiliazione dei
vinti. Dominante e ineluttabile resta il tema della guerra, non più come fatto
storico o mitologico, ma come scontro diretto e feroce nella mente dei
personaggi, un conflitto che diventa sempre più privato e interiore. La
drammaturga compie un’ardita operazione di rimontaggio dei materiali della
tragedia antica, costruendo una vertiginosa narrazione ad incastro tra i
personaggi che diventano i narratori, al tempo stesso interni ed esterni, di
una vicenda terribile e umanissima. Interpreti, con Elisabetta Pozzi nel
ruolo della protagonista, una delle attrici più impegnate a dar voce alla
modernità dei classici, sono: Alessandro Bandini, Valentina Bartolo, Luigi
Bignone, Fausto Cabra, Federica Fracassi, Federico Vanni.

Una
visione off, fuori dagli schemi classici e dallo spazio performativo del Teatro
Olimpico, sarà la quinta proposta – “Medea per Strada” -in
programma dal 1° al 13 ottobre, alle 18.00 e alle 21.00, uno spettacolo on the
road, per le strade di Vicenza. Il lavoro, già presentato in altre città –
ideazione e regia di Gianpiero Borgia, drammaturgia di Elena Cotugno e
Fabrizio Sinisi
– è una performance itinerante che si svolge in un
furgoncino (sono previsti 7 spettatori a replica), un’immersione totalizzante
nel degrado. Il dramma al femminile è quello dell’emigrazione forzata e della
prostituzione, la miseria del Sud del mondo che vive nelle nostre città; il
furgone, allestito come un teatrino o un postribolo viaggiante, parte e
percorre tutte le strade della prostituzione, a volte vicine a quelle delle
nostre case. Il lavoro nasce dopo un lungo e intenso approfondimento con assistenti
sociali e associazioni di volontariato che si occupano del recupero delle
vittime di tratta; è un’esperienza che va ben oltre l’assistere ad uno
spettacolo teatrale, è una condivisione intensa e dolente della realtà, 70
minuti accanto ad una persona vera, interpretata con grande forza e
convincimento da Elena Cotugno.

Ancora
una tragedia, ma innocente, quella dell’appuntamento con i più giovani, tre
produzioni di teatro classico per ragazzi e le loro famiglie, fatto da
adolescenti dai 12 ai 18 anni, preparati da un team di professionisti e
coordinati da Tema Cultura,associazione di promozione sociale e
culturale riconosciuta dalla Regione Veneto. Diretti da Giovanna Cordova,
regista ed autrice teatrale, i giovani attori porteranno sulla scena dell’Olimpico
tre esperienze di teatro classico, dal mito alla tragedia, utilizzando
linguaggi scenici adattati alla loro età. Le date e i titoli de La Tragedia
Innocente
sono: il 29 settembre, “Apologia di Socrate. La verità
è come l’acqua”
, il 13 ottobre “Ecuba. Ares: il dio della
carneficina”
e il 20 ottobre “Dalla parte di Orfeo”. Testi
(adattamenti) e regia dei tre lavori sono a cura di Giovanna Cordova, mentre
coreografie e movimenti scenici sono di Slivia Bennet. La guida alla lettura
dei testi, il loro studio e la loro interpretazione, sono stati pensati come
occasioni di conoscenza e di approfondimento, un’esperienza di teatro ‘tagliata
a misura’ dell’essere giovani e dell’essere ‘eroi’ dei protagonisti teenager.

E
ancora un omaggio e una dedica al genio di Andrea Palladio, che del Teatro
Olimpico fu il creatore, sono previsti per il settimo e ultimo titolo del Ciclo
di Spettacoli Classici, una celebrazione che prenderà vita nelle parole di Vittorio
Sgarbi
in una esclusiva Lectio Olimpica, una lezione-spettacolo su “Palladio
e l’ordine del mondo”
, di cui il celebre storico dell’arte sarà autore e
protagonista, in programma il 26 e il 27 ottobre.

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